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Davide Ballerini con la maglia della nazionale azzurra ai recenti campionati europei di Glasgow - Bettiniphoto

VOLTI NUOVI. DAVIDE BALLERINI AL TAVOLO DEI BIG


Dopo i successi al Memorial Pantani e al Trofeo Matteotti, il 24enne della Androni – Sidermec si prepara all’ingresso nel World Tour con il Team Astana di Alexander Vinokurov

Davide Ballerini, ciclista professionista brianzolo, in questo finale di stagione si è distinto per il doppio successo al Memorial Pantani e al Trofeo Matteotti.

Il ventiquattrenne, grazie anche alle sue prestazioni, ha contribuito in maniera significativa alla rincorsa da parte della Androni – Sidermec alla Ciclismo Cup.

Il prossimo anno, dopo un 2018 da incorniciare, impreziosito anche dalla convocazione azzurra all’europeo di Glasgow, lo attende il passaggio nel World Tour con il Team Astana di Alexander Vinokurov. Con consapevolezza e sincerità Davide ci ha raccontato la sua progressiva crescita ciclistica.

Come hai vissuto questa stagione?

“A gennaio mi ero posto degli obiettivi, il principale era quello di riuscire a mettermi in evidenza e guadagnare il passaggio in una squadra World Tour. Dopo aver firmato per l’Astana, con una nuova serenità, sono riuscito anche a trovare il successo. A dir la verità, anche se il Memorial Pantani e il Trofeo Matteotti erano gare adatte alle mie caratteristiche, non mi aspettavo di vincere. Ho cercato di preparare al meglio questo finale di stagione dopo il periodo in altura a Livigno con la squadra. Mi sentivo davvero in forma e le cose sono andate nel modo migliore”.

Hai dato il tuo contributo alla squadra, ma allo stesso tempo anche il Team Androni ti ha dato tanto…

“Mi dispiace moltissimo, a fine stagione, lasciare questa squadra perché è stata come una vera famiglia per me. Tutto il team mi ha aiutato a migliorare e mi ha dato tantissime opportunità per crescere. Il nostro obiettivo principale era vincere la Ciclismo Cup e io sono felice di aver dato il mio contributo. Con tutti i compagni, anche se ovviamente ho condiviso di più con quelli che correvano alle mie stesse gare, si è instaurato un bellissimo rapporto”.

Ad agosto la convocazione per l’europeo: che emozioni hai provato con la maglia azzurra addosso?

“Rappresentare il proprio paese e indossare la maglia della nazionale, soprattutto da professionista, è sempre qualcosa di unico ed esaltante. L’esperienza a Glasgow è stata positiva anche perché il percorso era affascinante e il livello dei partecipanti molto elevato”.

Davide Ballerini vincitore del Memorial Marco Pantani 2018-photo Roberto Bettini/BettiniPhoto©2018

 

Facendo un balzo nel passato, raccontaci quando hai iniziato a pedalare?

“Prima di diventare ciclista, praticavo il nuoto a livello agonistico. Me la cavavo e ho ottenuto anche un terzo posto ai campionati italiani. Il mio idolo era ovviamente Michael Phelps. Poi, a seguito di una stagione un po’ deludente e con il desiderio di cambiamenti, ho provato ad andare in bicicletta. La passione per le due ruote me l’ha trasmessa mio padre, con lui andavo sempre a guardare le corse vicino casa. Grazie anche al suo sostegno, ho iniziato a pedalare per la prima volta da allievo secondo anno, prima alla Capiaghese poi, da juniores, al Canturino e al Biassono”.

Qual è il ricordo, legato ai tuoi inizi, che ti emoziona ancora oggi?

“Sicuramente non mi dimenticherò mai la mia prima vittoria da allievo a Gazoldo degli Ippoliti. Ricordo la gioia provata come se fosse ieri”.

Dopo anni sui pedali hai capito che corridore sei?

“Mi definirei un passista veloce. Fatico a tenere le ruote del gruppo sulle salite lunghe, ma me la cavo sugli strappi o sulle ascese corte. Molto però dipende dallo stato di forma col quale ti presenti alle corse. Considerando anche queste mie caratteristiche sarebbe fantastico, in futuro, conquistare una Parigi Roubaix”.

Giro d’Italia 2018 – 101th Edition – 2nd stage Haifa – Tel Aviv 167 km – 05/05/2018 – Davide Ballerini (ITA – Androni – Sidermec – Bottecchia) – photo Luca Bettini/BettiniPhoto©2018

 

Hai un idolo a cui ti ispiri?

“Non ho un modello in particolare, anche se mi piaceva Philippe Gilbert per il suo stile. Poi, da vero appassionato, tifavo tutti quelli che vincevano. Da ciclista, invece, avendolo incrociato in questi anni, mi ha impressionato molto Peter Sagan, soprattutto per la sua struttura fisica. Vederlo di persona è differente che in televisione”.

Visto l’imminente passaggio al World Tour, stai già progettando il tuo 2019?

“Ora sono molto concentrato per concludere al meglio la mia stagione. Con l’Astana, a parte due parole con il General Manager Alexander Vinokurov, non ho ancora progettato nulla del mio 2019. Ci sarà tempo per pensare al futuro. Voglio progredire ancora e sono pronto a lavorare per migliorare la mia resistenza, soprattutto sulle salite. Per un corridore con le mie caratteristiche è fondamentale, in certe competizioni, reggere di più sulle lunghe pendenze per poter puntare alla vittoria”.

Quando non pedali, quali sono i tuoi hobby?

“Mi interessano le gare di rally, vado molto in mtb e a volte mi diverto a fare enduro, prestando molta attenzione a non farmi male, anche per non compromettere la mia stagione ciclistica. Nel tempo libero mi piace fare escursioni in montagna e a volte passeggiare con il mio cane, un lupo cecoslovacco”.

Qual è la corsa che sogni di poter conquistare un giorno?

“Senza ombra di dubbio il Lombardia! Si svolge sulle strade vicino a casa mia ed è la gara che fin da piccolo seguivo, andando in strada con mio papà per attendere il passaggio dei ciclisti. Sarebbe un sogno che si realizza salire sul gradino più alto del podio della Classica delle foglie morte”.

a cura di Davide Pegurri –iNBiCi magazine

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