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photo POOL Franck Faugere/L'Equipe/BettiniPhoto©2020

IMPOSTARE UN PROGRAMMA DI ALLENAMENTO MENTALE


“Dove il corpo non arriva, vi arriva la mente.”

L’allenamento mentale, proprio come una preparazione atletica, è basato su step di lavoro chiari e ben precisi che saranno poi adattati e personalizzati dal mental trainer a seconda delle esigenze di ogni specifico atleta; Spesso i corridori si rivolgono ad uno psicologo sportivo di fronte ad un calo prestazionale, oppure per difficoltà di gestione dell’ansia e degli stress correlati alla vita agonistica, o ancora perché magari faticano a prendere sonno la sera prima di un evento competitivo importante, altri ancora si dichiarano consapevoli di non riuscire, in gara, ad esprimere appieno le proprie potenzialità.

Durante un primo colloquio con il corridore, il preparatore mentale cercherà  ci capire ed individuare, anche grazie al supporto di test sport specifici, quelle abilità mentali che, se non adeguatamente sviluppate e gestite dall’atleta, potrebbero ostacolare l’espressione ottimale della performance; questo è vero in modo particolare per gli sport di resistenza, come appunto il ciclismo, in cui si arriva a spingere il proprio corpo al limite della sopportazione fisica di dolore e fatica: il protrarsi dello sforzo per tempi prolungati mette a dura prova l’organismo e l’unico modo per affrontare il dolore e uscirne vincitori è disporre di motivazione e forza mentale in quantità più che sufficienti a gestire la sofferenza estrema.

L’allenamento mentale serve proprio a questo: prepara gli atleti ad affrontare mentalmente la fatica. Al giorno d’oggi sono numerosi gli studi scientifici che evidenziano l’esistenza di specifici legami fra corpo e psiche: una mente “allenata” a trovare in sé stessa le risorse per fronteggiare anche le sfide più estreme sostiene il corpo dell’atleta anche quando questi è stremato, giunto al limite delle sue forze fisiche; in sostanza dove il corpo non arriva, vi arriva la mente.

In un periodo come quello attuale sembra che nel mondo dello sport i metodi di allenamento fisico tradizionali non siano più sufficienti a stimolare ed incrementare la qualità delle prestazioni fisiche delle nuove generazioni di atleti, ed è proprio in questo scenario che entra in campo la psicologia sportiva proponendo l’ allenamento mentale come “valore aggiunto” che, integrato nella preparazione atletica, può fare la differenza in atleti già ben allenati fisicamente, aiutandoli nel sopportare anche le prove più dure ed estenuanti.  

Un percorso di preparazione mentale si pone l’obiettivo di aiutare l’atleta, attraverso tutta una serie di esercizi mentali specifici, a sviluppare quelle abilità psicologiche necessarie non soltanto per “sopravvivere” alle competizioni più dure ed impegnative, ma soprattutto per fare la differenza in confronto ad altrettanti atleti ben preparati dal punto di vista fisico e tecnico; a parità di forza fisica e di abilità tecnica vincerà il corridore che sarà psicologicamente più allenato ad affrontare le ansie, le fatiche ed il dolore che le competizioni spesso portano con sè.

Ogni sport richiede agli atleti di sviluppare specifiche abilità mentali, quali ad esempio:

  • La capacità di prevenire e fronteggiare le crisi metaboliche in gara;
  • La gestione dell’ansia pre- gara, dei disturbi del sonno e altre difficoltà legate a stress eccessivi;
  • La capacità di controllare ed affrontare il dolore atletico;
  • La gestione dell’affaticamento;
  • La capacità di gestire lo stress;
  • L’abilità di focalizzare l’attenzione e mantenere la concentrazione in gara;
  • La capacità di indurre il proprio corpo in uno stato di rilassamento che favorisca il recupero delle energie..
Nacer Bouhanni (FRA – Team Arkea Samsic) – photo Luca Bettini/BettiniPhoto©2020

Queste sono soltanto alcune delle capacità mentali principalmente coinvolte negli sport di resistenza e lo sviluppo di ciascuna di queste può diventare l’obbiettivo dei cosiddetti “programmi di allenamento mentale”. Saranno poi il mental trainer e l’atleta, a seguito di un primo colloquio, ad individuare e scegliere insieme quali di queste abilità mentali necessitano di essere sviluppate con priorità; esistono anche dei test specifici che permettono al preparatore atletico di capire a quale livello, ciascuna di queste abilità, è o meno posseduta da un determinato atleta.

Detto ciò, come è strutturato nello specifico un programma di allenamento mentale?

Come per la preparazione fisica anche in questo caso si programmano delle sedute, fra psicologo sportivo e atleta, che si svolgono seguendo cinque fasi principali:

Fase 1: Si scelgono le abilità mentali specifiche che si intende allenare, le quali diventeranno gli obiettivi principali del programma di preparazione; È consigliabile scegliere di allenare soltanto poche abilità alla volta, individuandole fra quelle maggiormente coinvolte nella prestazione sportiva. Può essere utile stendere assieme allo psicologo il “profilo di prestazione” dell’atleta ossia, il corridore pensa a tutte le fasi della sua performance che intende ottimizzare  le quali poi, con l’aiuto dello psicologo, verranno fatte risalire ad abilità mentali specifiche che sarà utile allenare attraverso ben precisi esercizi mentali;

Fase 2: Lo psicologo sportivo, avvalendosi di procedure e strumenti specifici, verifica in quale misura le abilità mentali che si vuole sviluppare sono già in possesso dall’atleta. Questa valutazione continuerà per tutto l’arco del programma di allenamento al fine di registrare ogni miglioramento dell’atleta rispetto a ciascuna abilità mentale specifica, fino ad ottenere il livello di abilità desiderato;

Fase 3: Nella Fase di allenamento cosiddetto “a secco” l’atleta inizia ad allenare ciascuna abilità mentale al di fuori però di un contesto “stressante” quale l’allenamento giornaliero in bici; ad esempio il ciclista, prima di imparare a rilassare i muscoli delle gambe durante il movimento in gara o in allenamento, svolgerà dei semplici esercizi a casa per imparare a rilassare la muscolatura da fermo;

Fase 4: Quando l’atleta ha imparato a padroneggiare le abilità allenate “a secco” potrà applicare queste strategie anche durante l’allenamento in bici e poi in gara;

Fase 5: La Fase del Re- test consiste nel valutare l’efficacia del programma di allenamento mentale effettuato, ed avviene attraverso il monitoraggio del livello di padronanza acquisito, da parte dell’atleta, nelle abilità e strategie apprese.

photo Kei Tsuji/BettiniPhoto©2020

La mente è una risorsa importante dalla quale attingere energia, fate in modo di scoprire e sfruttare appieno le potenzialità che essa vi offre.

info@claudiamaffi.it        

A cura della dott.ssa Claudia Maffi psicologa dello sport – Copyright © INBICI MAGAZINE                                                               

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