Un tragico incidente avvenuto il 15 giugno 2023 ha portato alla morte di Marco Bianchin, un ragazzo di 17 anni. L’incidente è avvenuto tra Carbonera e San Biagio di Callalta, e ha sollevato interrogativi legali significativi. L’automobilista, Maurizio Cavasin, è stato assolto a causa della distanza di 80 metri dal limite di velocità.
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In base alle indagini, l’automobilista viaggiava a 77 km/h, superando il limite di 50 km/h nel comune di Carbonera. Tuttavia, il punto dell’incidente si trovava nel territorio di San Biagio, dove il limite era fissato a 90 km/h. La procura aveva accusato Cavasin di omicidio stradale, sostenendo che la sua velocità fosse la causa principale dell’incidente mortale.
Il legale di Cavasin, Marco Furlan, ha sostenuto che il suo cliente stesse rispettando i limiti di velocità del comune in cui si trovava. La difesa ha dimostrato che il segnale di limite di 50 km/h era valido solo fino al confine comunale. Questo ha portato alla caduta delle accuse contro l’uomo, che ha visto riconosciuta la propria posizione legale.
Il tragico evento ha avuto luogo quando Marco, in sella alla sua mountain bike, è apparso improvvisamente davanti all’auto di Cavasin. Nonostante il tentativo di frenare, il giovane è stato colpito e sbalzato di circa dieci metri. Le condizioni di Marco sono apparse subito critiche, e dopo una settimana di ricovero in terapia intensiva, è deceduto.
Le indagini hanno rivelato un concorso di colpa da parte di Marco. Provenendo da una laterale con vegetazione fitta, il ragazzo non ha dato precedenza al veicolo in arrivo. La procura ha riconosciuto questa manovra incauta come un fattore che ha contribuito all’incidente. Questo ha complicato ulteriormente la situazione legale di Cavasin.
Il perito della procura ha confermato che, nonostante la velocità superiore al limite in Carbonera, Cavasin doveva attenersi alle normative del comune di San Biagio. La famiglia di Bianchin ha ricevuto un risarcimento di circa 500mila euro dall’assicurazione di Cavasin, pur non costituendosi parte civile. L’episodio ha sollevato interrogativi sulla sicurezza stradale e sulla responsabilità degli automobilisti e dei ciclisti.
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Arabba: La Perla delle Dolomiti per il CicloturismoA cura della redazione di Inbici News24
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