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Dominique Sitta in azione

L’ATLETA DEL MESE: DOMINIQUE SITTA, L’OUTSIDER


Appassionato delle ruote grasse, ambizioso e maniaco dell’allenamento, il giovane valdostano promette battaglia dopo il podio sfiorato ai Campionati Italiani Under 23 dello scorso anno

 

Dominique, scorrendo il suo curriculum svetta un buon quarto posto ai campionati italiani 2017. E’ più grande la felicità per il buon risultato o la delusione per non essere salito sul podio tricolore?

In realtà sono sia felice che rammaricato perché, con il senno di poi, posso dire che il podio era fattibile. Mi è sfuggito per soli 9 secondi, però al contempo sono anche molto felice di aver fatto una prestazione del genere.

Il futuro sembra essere dalla sua parte. Alcuni dei migliori Under 23 sono passati tra gli elite, lei invece ha ancora buone prospettive nella categoria: quali sono i suoi obiettivi e le sue aspettative per il 2018?

I miei obiettivi per questa stagione sono molteplici. Nella prima parte dell’anno mi piacerebbe centrare un buon piazzamento nella coppa del mondo di Stellenbosch (Sud Africa ) il 12 di marzo, poi ovviamente mi piacerebbe salire sul podio dell’Italiano che mi è sfuggito l’anno scorso. Tra l’altro, quest’anno questa gara si disputerà nella mia regione, pertanto ho una motivazione in più. E poi come obbiettivo finale mi piacerebbe essere convocato al mondiale ed europeo con la nazionale italiana.

 

Abitare in Valle d’Aosta da un lato è ottima cosa per gli allenamenti estivi, un po’ meno per la preparazione nella stagione fredda. Come si è preparato quest’inverno?

In inverno mi dedico, in particolare, allo sci alpinismo, poi vado anche in palestra e ovviamente pedalo. Nelle fasi più rigide dell’inverno mi sposto anche in Liguria, dove il clima, essendo più mite, mi permette di pedalare meglio.

Il 2018 sancisce anche il passaggio in un team piemontese, la Silmax, che per la prima volta ha licenza U.C.I. Com’è stato l’impatto con la squadra?

Il direttore sportivo lo conoscevo già. Il Dottor Giuseppe Giordano è molto serio e ci tiene molto ai suoi atleti, cerca di metterli sempre nelle condizioni migliori possibili. Nella squadra mi trovo benissimo, i compagni li conoscevo già tutti.

Nuovo team, nuova bici. E lei ha voluto espressamente una full suspended. Perchè?

Perché, ad oggi, i percorsi di World Cup sono davvero tecnici ed impegnativi, dunque una bici biammortizzata è essenziale per cercare di fare bene.

C’è un biker, o comunque un atleta da cui trae ispirazione?

Il mio idolo di sempre è Nino Schurter, l’atleta più completo, a mio avviso.

Nonostante siamo ad inizio stagione, il suo 2018 si è aperto con una discreta esperienza, molto lontana dall’Italia in una corsa a tappe. Com’è andata?

Ho corso una gara a tappe a Lamzarote nelle isole Canarie. E’ andata abbastanza bene, peccato solo per la prima tappa dove vari inconvenienti hanno fatto sì che chiudessi solo al 44° posto. Poi però, dalla seconda tappa, le cose hanno iniziato ad andare per il verso giusto e in classifica generale sono riuscito a risalite fino al 21° posto generale tra gli Elite.

 

Ha già provato il ciclocross?

No, mai provato anche se mi piacerebbe.

E la strada?

Con la bici da strada mi alleno molto, però gare non ne ho mai fatte.

Tornando al  suo passato, lei ha corso in Coppa del mondo in alcune tappe europee. Che esperienza è stata?

Non dimenticherò mai la mia prima volta in coppa. Esperienza bellissima, percorso e pubblico fantastico, sono emozioni difficili da spiegare. In ogni caso, l’atmosfera di coppa del mondo è completamente diversa da tutte le altre gare.

Ci sarà modo di vederla all’opera in Coppa quest’anno?

Si, quest’anno parteciperò a tutte le prove di coppa del mondo. Inizierò l’ 11 marzo in Sud Africa a Stellenbosch.

Sbilanciamoci sulla corsa dei sogni: quale sceglierebbe?

Ovviamente la gara a cui tutti gli atleti ambiscono a partecipare penso sia un Olimpiade. Il mio più grande sogno però non è quello di parteciparvi ma di fare un risultato di rilievo.

Qualcuno da ringraziare?

Dovrei ringraziare un sacco di persone, da Enrico Martello che mi fa da allenatore e fratello maggiore, ai miei genitori. Senza dimenticare la mia seconda famiglia, il velo club Courmayeur Mont blancla, squadra in cui sono stato per 14 anni. Senza di loro non sarei qui a sognare di diventare un campione.

a cura di Paolo Mei Copyright © INBICI MAGAZINE

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