Rischia la condanna per lesioni colpose chi scende dalla macchina senza guardare e colpisce con lo sportello il passante o il ciclista di passaggio. La Cassazione (sentenza 5321) annulla ai fini civili, il verdetto con il quale la Corte d’Appello, riformando la sentenza del giudice di pace, aveva assolto l’imputata, che aveva anche parcheggiato in divieto di sosta, per non aver commesso il fatto.
Il modulo di contestazione amichevole
La Corte territoriale aveva, infatti, dato credito alla versione dell’automobilista e di un testimone secondo i quali la ciclista ferita, aveva sbattuto contro la portiera già aperta. Una ricostruzione che non convince la Suprema corte anche perché discordante con quanto scritto nel modulo di contestazione amichevole, sottoscritto dalle parti, in cui si parlava di «sportello che si apriva» e con quanto risultava dalle foto e dalla planimetria fornita dai vigili.
La strada stretta
Evidenze invece in linea con il racconto della persona offesa, che aveva riferito di essere stata colpita dallo sportello aperto mentre lei stava percorrendo una strada in salita in un tratto in cui la via si restringeva. La donna era riuscita a non cadere sia reggendosi allo sportello sia aiutata dall’automobilista che l’aveva sorretta.
La Cassazione annulla l’assoluzione e rinvia al giudice civile per il risarcimento.
Articolo de Il Sole 24 Ore