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TOUR, ANALISI DECIMA TAPPA: FINALMENTE LE MONTAGNE! TAPPONE SULLE ALPI


 

Ci sono volute nove tappe sostanzialmente pianeggianti, ma la decima frazione del Tour de France 2018 finalmente ci regalerà le protagoniste più attese della corsa: le grandi salite. Cinque Gpm, di cui un HC e tre di prima categoria, nei 158 chilometri sulle Alpi tra Annecy e le Grand-Bornand, subito dopo il primo dei due giorni di riposo.

La partenza e i primi 30 chilometri, di fatto, sono pianeggianti, nonostante la presenza del Gpm del Col de Bluffy, solo 1500 metri al 5% che non dovrebbero creare grandi problemi. Problemi che, invece, potrebbero sopraggiungere proprio dal 29esimo chilometro, dove inizierà la salita del Col de la Croix Fry, 11 chilometri con una media al 7% piuttosto regolare. Dallo scollamento quasi 20 chilometri in discesa (la seconda parte è molto dolce) condurranno il gruppo ai piedi del Montée du Plateau de Glières, primo Hors Categorie della corsa francese. Se la pendenza media si attesta sull’11% (6 in totale i chilometri totali) il secondo, il terzo e il quinto chilometro sono oltre il 12%, sufficienti a frantumare il gruppo dei big in caso di un ritmo elevato. Dallo scollinamento mancheranno 90 chilometri all’arrivo e per 53 le difficoltà altimetriche saranno assenti. Ai -38, però, la strada tornerà a salire: il Col de la Romme misura quasi 9 chilometri con una pendenza media prossima al 9% (con punte comunque in doppia cifra) e sarà l’antipasto perfetto per il Col de la Colombiere. 7 chilometri e 500 metri molto duri: dopo 1000 metri pedalabili, la strada di fatto non scende mai sotto il 9%, rimanendo per lunghi tratti oltre il 10. Dalla vetta all’arrivo altre 14 chilometri, 10 dei quali in discesa. Non dovesse bastare la salita, altro terreno per provare a fare la differenza nel primo tampone del Tour 2018.

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La prima tappa di montagna, spesso, serve a svelare i valori in campo, ma non sempre può ritenersi affidabile. Pensiamo al Giro d’Italia: sull’Etna Simon Yates aveva sin da subito mostrato un’ottima condizione, che l’ha portato fino alla terza settimana inoltrata in Rosa), mentre Chris Froome (poi vincitore a Roma) aveva faticato a tenere le ruote dei migliori. Le sensazioni delle prime salite sono importanti, ma non raccontano tutta la verità di una corsa che nelle prossime giornate sarà ricca di salite e potenziali tappe dove fare la differenza nella corsa al podio. Tra i big, per ora, hanno destato buone impressioni Vincenzo Nibali e Nairo Quintana, i due contendenti principali al trono di Chris Froome, che però è parso molto attivo sul pavé della Roubaix. Il britannico, come di consueto, potrebbe provare a gestire il ritmo con la Sky, ma il Giro d’Italia potrebbe iniziare a gravare sulle sue prestazioni. La tappa di oggi, in questo senso, ci dirà molto. Come ci dirà molto delle volontà della Movistar: Quintana deve recuperare terreno, con Landa e Valverde che per ora sono in classifica ma potrebbero essere sacrificati in favore del colombiano. Attesissimi, tra gli altri, Dumoulin, Bardet, Uran e i tanti outsider che per ora sono rimasti in classifica evitando problemi nella prima settimana. La musica, però, è destinata a cambiare. Siamo al punto di non ritorno.

 

a cura di Gianluca Santo –iNBiCi magazine

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