Sono state presentate a Roma le Nazionali che saranno al via dei prossimi Campionati Europei che si svolgeranno nelle Fiandre dall’11 al 15 settembre, cioè subito dopo la conclusione della Vuelta e ad appena due settimane dal Mondiale di Zurigo. Per la gara regina la Nazionale azzurra punterà su Jonathan Milan, che verrà affiancato dal suo uomo di fiducia Simone Consonni e dal compagno di squadra Jacopo Mosca, ma anche da uomini preziosi come Edoardo Affini, Davide Ballerini, Mattia Cattaneo, Andrea Pasqualon e Matteo Trentin, quest’ultimo campione europeo nel 2018. “Belgio e Olanda sono sicuramente le Nazionali favorite, ma noi possiamo sognare in grande vista la condizione di Jonathan e il bel gruppo che schieriamo“, ha commentato il commissario tecnico Daniele Bennati che abbiamo raggiunto telefonicamente a casa, in vista degli ultimi grandi appuntamenti di stagione.
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Daniele, all’Europeo avrai una squadra molto forte su cui poter contare, su tutti Milan che farà il faro nella formazione azzurra. Con quale spirito l’affronti questa rassegna continentale?
“Con lo spirito giusto utile per provare a giocarci le nostre carte. Sono molto felice della squadra che ho convocato, sono ragazzi di alto livello e mi aspetto molto da loro. Non dobbiamo andare lì con l’idea che la maglia sia già nostra, ma ci sarà da lottare perchè l’asticella anche ai Campionati Europei si sta alzando sempre di più e dovremmo gestire bene soprattutto la parte centrale della corsa. Il percorso sulla carta è abbastanza facile, ma in Belgio di facile non c’è mai niente con quello che è il vero pavé: ci saranno due tratti, uno pianeggiante e l’altro in leggera salita, entrambi esposti al vento. Gli uomini che ho scelto sono certo che sapranno fare il loro lavoro nel migliore dei modi, sapendo correre su questi tipi di tracciati”.
È possibile uno schema tattico come quello di Zolder 2002, con l’Italia che tiene chiusa la corsa e organizza il treno per la volata di Milan, o non è più attuabile nel ciclismo di oggi?
“Sono due percorsi diversi: sicuramente il Mondiale era più lungo ma più pianeggiante, gli uomini a disposizione erano di più e quindi per tenere la corsa chiusa era più semplice. Noi quest’anno dovremmo gestire la corsa suddividendola in tre parti e il vento potrà fare la differenza. Dobbiamo anche capite quale sarà l’interesse delle altre Nazionali, il Belgio ha una squadra che potrebbe cercare diverse soluzioni, come quella di non arrivare in volata e noi in quel caso dovremo capire come comportarci al meglio con l’obiettivo di arrivare in volata senza sprecare troppi uomini per il finale”.
Milan è tra i favoriti. Mancherà Van Aert, ma ci sarà Van der Poel che potrebbe attaccare da lontano. Cosa dovrà fare secondo te Milan? Attendere e affidarsi ai compagni di squadra o, se ne ha, rispondere in prima persona a Van der Poel?
“Jonathan deve stare tranquillo e pensare solo al finale. Nella nostra squadra ci sono elementi che magari non potranno rispondere subito a Van der Poel, ma abbiamo le carte in regola per stoppare un’eventuale azione di corridori come Van der Poel, ma anche Pedersen che potrebbe tentare da lontano”.
Consonni sarà l’ultimo uomo, da chi sarà composto poi il “trenino” per l’eventuale volata?
“Lo valuterò con i ragazzi i giorni precedenti alla gara. Consonni è il suo uomo di fiducia e quindi sarà colui che avrà il compito di dettare i tempi per l’eventuale volata finale. Penso che tutti i ragazzi possano rimanere con Milan, fatta eccezione per Mosca che dovrà fare un duro lavoro ad inizio corsa”.
Per quanto riguarda i Mondiali, la situazione è meno rosea. Si sono ritirati presto alla Vuelta sia Tiberi sia Ciccone, su cui forse puntavi molto. Il percorso sarà duro, hai già in testa qualche nome?
“In queste settimane mi sono concentrato sull’Europeo, chiaramente per il Mondiale sarà più difficile, ma conto di recuperare corridori come Ciccone, Tiberi ma anche Rota che si è sempre comportato molto bene in maglia azzurra. Per i ragazzi che correranno in questa parte di stagione sarà un test molto importante in ottica Mondiale”.
Secondo te, con il sennò di poi, Tiberi avrebbe fatto meglio a non disputare la Vuelta, essendo ancora molto giovane? E cosa ti aspetti da lui per la prossima stagione?
“Alla Vuelta stava andando forte e la scelta non penso sia stata sbagliata. Il problema fisico che ha avuto durante la corsa non gli precluderà di fare un ottimo finale di stagione e insieme stiamo programmando un avvicinamento per un ipotetico Mondiale. Antonio è uno dei nostri ragazzi più promettenti, ha bisogno di fare tanta esperienza e di iniziare ad indossare la maglia azzurra. Anche il prossimo anno sarà un Mondiale tosto e quindi adatto a corridori che vanno forte in salita e che reggono sulle tre settimane. Al Giro c’è stato un ottimo segnale da parte di Tiberi, il prossimo anno dovrà crescere e fare un ulteriore salto di qualità per competere con i migliori in ottica podio nei Grandi Giri”.
Tornando alle Olimpiadi, avevi solo 3 uomini a disposizione. Viviani è andato in fuga e ha fatto anche un lavoro in ottica pista, ti aspettavi di più da Mozzato e Bettiol?
“Ormai l’Olimpiade è archiviata: tutti ci aspettavamo di più e siamo dispiaciuti per una prova al di sotto delle nostre possibilità e aspettative, ma dobbiamo accettarlo e guardare avanti. Non abbiamo commesso errori, ma non siamo stati nella nostra miglior condizione”.
Fare Europei e Mondiali in 15 giorni ha senso? Il proliferare di eventi non toglie prestigio a quello meno importante?
“È un calendario molto compresso e stona un po’ che un Campionato Europeo sia a ridosso anche delle gare in Canada come Montrèal e Quebec, ma nell’anno olimpico diventa tutto molto più complicato anche a livello di gestione di corridori. Noi cerchiamo di organizzarci al meglio e di schierare la miglior formazione possibile in ogni singolo evento. È certo che in questo momento un risultato per noi farebbe molto comodo”.
Che bilancio puoi tracciare della tua esperienza come ct sino a qui?
“Personalmente dal punto di vista delle prestazioni, a parte l’Olimpiade che è stata un po’ una delusione, abbiamo sempre dimostrato di essere protagonisti. Il ciclismo sta crescendo tanto, il primo anno al Mondiale abbiamo sfiorato il podio con Rota, lo scorso anno con Bettiol siamo stati protagonisti fino all’ultimo; vincere un Mondiale è molto complicato, ma ci abbiamo sempre messo il cuore. Il mio bilancio è quindi sicuramente positivo, eccetto per i Giochi Olimpici di Parigi. Abbiamo poi trovato un Jonathan Milan che può essere una grande speranza per il futuro e giovani come Antonio Tiberi e Giulio Pellizzari che sono gli ottimi corridori, ci vorrà solo un po’ di pazienza. Il pubblico vorrebbe che il ciclismo italiano tornasse in cima ad ogni classifica ed io mi auguro che presto questo possa succedere e quindi tornare a quei livelli a cui eravamo abituati”.
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Cicloturismo sulla Riviera dei Fiori: Tra Mare e MontiA cura della redazione di Inbici News24 e OA Sport
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