Il consueto appuntamento settimanale di Sport2Day Speciale Ciclismo ha visto come protagonista l’ex corridore nonché voce della RAI per le più importanti corse ciclistiche stagionali Stefano Garzelli. Tra l’inizio della nuova stagione positivo per gli azzurri e il movimento femminile in costante crescita, senza tralasciare gli sviluppi che stanno caratterizzando il ciclismo moderno, non sono mancati gli spunti dalle sue dichiarazioni.
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“C’è entusiasmo per questo 2023, le stagioni ormai iniziano sempre prima: Down Under, San Juan, Valenciana, speriamo di vedere delle belle gare e soprattutto con gli azzurri davanti, con belle vittorie” – esordisce Garzelli – “Anni addietro si iniziava a fine febbraio e nei primi di ottobre la stagione si era conclusa; ora invece si comincia già ai primi di gennaio per poi finire a cavallo tra ottobre e novembre, questo è un po’ il ciclismo moderno, con corridori giovani, le squadre sono numerose e dunque hanno la possibilità di poter utilizzare più uomini tra inizio e fine stagione“.
Qual è il tuo giudizio complessivo di quanto visto dall’Italia agli Europei di ciclismo su pista di Grenchen?
“Abbiamo visto una buona Italia in questi Europei, magari con qualche medaglia in più o qualche medaglia in meno, ma è sempre presente. Simone Consonni è stato fantastico, quello che ha fatto è un qualcosa di incredibile, conquistando ben quattro medaglie, per giunta dopo aver vinto al Saudi Tour, passando rapidamente dalla strada alla pista. Da questi Europei portiamo a casa la consapevolezza che possiamo stare molto tranquilli col ciclismo su pista, anche in vista dei Mondiali e delle Olimpiadi“.
Cosa pensi dei corridori che si destreggiano tra più specialità tra ciclocross pista e strada? Basti pensare a Mathieu Van der Poel e a Wout Van Aert…
“L’aspetto multidisciplinare è importante soprattutto a livello giovanile, noi adesso parliamo di fenomeni, dando per scontato che si può dominare sia nel ciclocross o su pista che su strada, ma questi corridori sono fenomenali. Ribadisco l’importanza della ‘multidisciplina’ per i giovani: per adattarsi, per non essere ‘fissato’ mentalmente su un determinato obiettivo o su determinate corse. Passando ai professionisti, direi che Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert fanno un altro sport rispetto a tanti altri corridori. Forse è più semplice il discorso tra pista e strada, dipende anche dalle prove: ad esempio, abbiamo visto nel quartetto Filippo Ganna e Jonathan Milan, già con la velocità è più difficile poter essere poi competitivi anche su strada, come nel Keirin; le ragazze stanno andando bene, ma a mio parere, con questo tipo di calendario, non è così facile poter compaginare eventi di ciclocross, pista e strada“.
Cosa pensi di questo inizio di stagione per i corridori italiani?
“Siamo partiti bene, abbiamo totalizzato già sette vittorie; in più, non è considerato un successo, ma è giusto evidenziare il secondo posto di Filippo Ganna (nella quinta tappa della Vuelta a San Juan 2023, ndr) alle spalle di Miguel Angel Lopez ma davanti a Sergio Higuita, su una lunga e complicata salita (presso l’Alto Colorado, ndr) e con Egan Bernal che tirava per Ganna; devono essere ancora comprese del tutto le potenzialità di ‘Pippo’, in casa INEOS hanno le idee piuttosto chiare su come costruire il suo futuro ma senza fretta. Giulio Ciccone è stato fantastico nella Volta a la Comunitat Valenciana, è stato sfortunato nell’ultima tappa per un errore tattico, con Thymen Arensman che ha sbagliato e ha di fatto favorito Rui Costa, ma sono dettagli; mi è piaciuto soprattutto mentalmente, negli ultimi anni era troppo istintivo, invece nel ciclismo moderno bisogna pensare bene e lo sta facendo, aspettiamoci un Ciccone protagonista in ottica classifica, magari anche al Giro d’Italia“.
Da chi ti aspetti qualcosa, invece, tra i più giovani quest’anno?
“Ho visto un buon Antonio Tiberi al Down Under, è stato molto bravo, così come Samuele Battistella nella Valenciana, terzo nell’ultima tappa, ha corso in modo intelligente. Poi c’è Jonathan Milan: credo sia uno dei velocisti più forti, ha delle caratteristiche differenti dai velocisti puri ma può fare molto bene; siamo in attesa di Filippo Baroncini, sperando che la sfortuna si faccia da parte. Non è facile, perché il ciclismo mondiale sta crescendo velocemente: anche in Spagna ci sono talenti pazzeschi come Juan Ayuso, Raul Garcia Pierna, o lo stesso Remco Evenepoel è giovanissimo. Noi dobbiamo stare calmi, senza guardare le altre nazioni, e far crescere i nostri talenti“.
Nella prima edizione dell’UAE Tour femminile ha trionfato Elisa Longo Borghini, una conferma della crescita del movimento femminile mondiale.
“Un UAE al femminile è già qualcosa di strano, è inutile nasconderci: sono andate in una terra dove molte volte lo sport femminile è visto a un certo modo; in quest’ambito, non abbiamo problemi: una grande Elisa Longo Borghini e una fantastica Gaia Realini che in salita (nella terza tappa, ndr) ha fatto la differenza con il forcing, stiamo bene anche nelle volate con Chiara Consonni e Marta Bastianelli. In più, dobbiamo tener conto del fatto che molte atlete azzurre erano agli Europei su pista, come Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini. Siamo in un bel momento, ma la crescita generale è evidente dunque bisogna stare sempre sull’attenti. Inoltre, mi fa piacere che grandi squadre World Tour abbiano creato squadre femminili, così l’intero movimento continuerà a crescere“.
Quest’anno, il 2 aprile, si svolgerà a Betera, in provincia di Valencia, la prima edizione della Gran Fondo Stefano Garzelli. Com’è nata questa idea?
“Era da un po’ che ci stavo pensando, ormai sono 20 anni che abito a Valencia. Vedremo come andrà, ho parlato tra gli altri con Alejandro Valverde che, se non è occupato, avrà il piacere di esserci; è un edizione zero, cercheremo di far divertire la gente, abbiamo una bellissima maglia, rosa, con il trofeo del Giro d’Italia e il tritone. Come chicca faremo una paella gigante alla fine per tutti i corridori, speriamo vada bene; è un edizione zero, così da capire come organizzare un evento del genere. L’importante è divertirsi e che la gente si diverta; mi aspetto una buona affluenza, mi farebbe piacere che partecipino anche tanti italiani, non posso che consigliare di venire tre o quattro giorni a Valencia e poi raggiungere Betera per gareggiare in mia compagnia“.
Quali saranno invece i tuoi prossimi appuntamenti ai microfoni della RAI?
“Molto probabilmente dovrebbero essere Strade Bianche, Parigi-Nizza, Milano-Sanremo, poi arriveranno quelle corse importanti come il Giro d’Italia e il Tour de France. Sarà un’annata impegnativa, ma è un lavoro bellissimo poter raccontare le gesta degli atleti in uno sport che amo, penso di essere una persona davvero fortunata“.
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