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LUCA GREGORIO: “IO E IL MAGRO COPPIA PERFETTA PER DARE VOCE A UNA PASSIONE”


Due poli opposti, ma attratti dalle stesse passioni: il ciclismo e la musica.

Luca Gregorio forma, con il partner di microfono Giancarlo Magrini, una delle coppie di commentatori più affiatate del mondo del ciclismo.

Di Magrini si è detto e scritto ormai di tutto. Luca, invece, è meno mediatico, ma pure lui un condensato di passioni. Cronista sportivo, musicista, poliedrico, competente, amante della vita e dei colori, oggi parliamo di lui, “il Greg”. 

Luca, qual è il segreto del tuo successo televisivo?

“Prima cosa direi il talento e poi il timbro di voce, che però non sono meriti miei. Sono cose che ti vengono donate dall’alto. Quando dico talento non dico per tirarmela, ma semplicemente che ognuno di noi è portato a fare qualcosa in particolare, anche se poi non è detto che riesca a fare quello nella vita. Ad esempio io sono un imbranato nei lavori manuali e quindi ammiro tantissimo elettricisti, idraulici, muratori. Io morirei dopo un giorno. Invece a me parlare in diretta o stare davanti a una telecamera non ha mai generato grosse ansie. In questo senso parlo di talento. Ho sfruttato una mia predisposizione naturale. E poi c’è un altro elemento che credo abbia giocato a mio favore, ossia il fatto di essere poliedrico. Io ho commentato basket, calcio, pallavolo, sci e ciclismo. Questo è una grande risorsa e mi ha permesso di aprirmi in più direzioni. E infine essere genuino, diretto e non prendendomi troppo sul serio.

Luca Gregorio con Riccardo Magrini

Più bello commentare la vittoria degli italiani?

“Mah, io amo lo sport nella sua bellezza più intrinseca e nella sua estetica. Non mi importa molto che uno sia italiano, francese, spagnolo o colombiano. Io mi esalto ed esulto se un corridore mi emoziona, a prescindere dalla nazionalità. Poi se vince uno come Ganna, come Nizzolo, come Ciccone, come Viviani o come Ballerini sono doppiamente felice, ma perché li adoro come corridori. E la stessa cosa vale per il calcio o per il basket. I miei idoli da ragazzino sono stati Zinedine Zidane e Kobe Bryant. Adesso Juantorena nel volley. Io amo i leader e le loro capacità tecniche. La carta d’identità è un surplus. Non mi interessa”.

Riccardo Magrini e Luca Gregorio sono, musicalmente parlando, una “sinfonia unica”: come è nato il suo percorso al fianco di Magrini?

“Se sono diventato il telecronista di ciclismo di Eurosport lo devo al ‘Magro’. E’ stato lui a convincermi, di fatto, a lasciare il basket (il mio primo amore) e accettare la sfida di buttarmi nel ciclismo, di cui sapevo praticamente zero. Ci eravamo conosciuti ai tempi di Bike Channel e da lì è nata la stima. Gli devo tutto. E lo ringrazierò per sempre perché ora non saprei come fare senza il ciclismo e le telecronache con Riccardo. E’ un mio amico, è il mio “papi”, è il mio insegnante e il mio mentore. Mi sono affidato a lui e credo che lui l’abbia percepito. Da lì il nostro feeling, che continua a crescere telecronaca dopo telecronaca. E’ stato un dono”.

Avere al fianco un “maestro” quanto è importate per dipingere il quadro nel modo migliore?

“Cruciale, ma in pratica ho già detto tutto prima. Riccardo è 50 anni che mastica ciclismo. Vede la corsa come pochi altri. Io mi sono affidato a lui e ogni volta cerco di registrare più insegnamenti possibili. Mi ha aiutato a capire le tattiche di corsa, i gesti tecnici e i movimenti in gruppo. Lui è il maestro, io il discepolo. Ecco perchè siamo una grande coppia”.

Quale pensa sia stata l’intervista che lei reputa più importante della sua carriera?

“Con Bike Channel ho avuto la fortuna di intervistare i totem della storia del ciclismo. Altro privilegio. Ogni campione mi ha lasciato qualcosa di speciale. E’ chiaro che poter intervistare Eddy Merckx a Sanremo è stato qualcosa di indimenticabile e ho sentito tutta la grandezza di questo campione pauroso. Però devo citare anche altri personaggi che mi hanno trasferito grande umanità e simpatia: Adorni, Argentin, Bruseghin, Petacchi, Ercole Baldini… grandi uomini prima che grandi corridori.

Gregorio e la musica che collegamento c’è?

“Io sono il ragazzo con la chitarra che suona in spiaggia mentre gli altri si divertono e cantano quindi mi piacciono i grandi classici della musica italiana. Imito bene la voce di Ligabue, che è il mio cantante preferito insieme a De Gregori. Però amo anche Oasis, Coldplay, Goo Goo Dolls e Lifehouse. In linea generale pop-rock! Se devo scegliere una colonna sonora… prendo Tra palco e realtà del Liga!”.

C’è una tappa che ricorda con piacere e che ama ricordare?

“Scelgo tre telecronache: il mondiale vinto da Valverde, la Sanremo vinta da Alaphilippe e la crono dell’ultimo Tour de France vinta da Pogacar. Tre momenti indimenticabili. Ma spero che ne arrivino altre ancora più forti… il ciclismo è una sorpresa ogni volta. Ecco perchè lo vivo sempre col sorriso e con emozione”.

a cura di Leonardo Serra ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine

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4 Commenti

  1. Carissimi Luca Gregorio e Riccardo Magrini sono cliente Sky da anni e da qualche anno vi seguo nei commenti delle telecronache di ciclismo, adesso con questo “il bimbo il bimbo il bimbo addirittura paragonato dal Magro a Eddy Merckx rendete le telecronache insopportabili, la Milano Sanremo una cosa indecente ci sono i ciclisti italiani e voi urlate e vi esaltate per il bimbo che poi alla fine è un buon ciclista ma al momento è tutto da verificare. Luca Gregorio ritorna ad essere te stesso!

  2. Il Magro almeno è molto bravo in capire le corse ma Luca Gregorio veramente insopportabile, non sa proprio condurre il relato di una corsa. Silenzi infiniti, “scherzi” al Magrini che capisce e diverte solo a lui, nessun analisi della corsa. Perche non mettono al suo posto a Fabio Panchetti, ad esempio? molto piu valido e professionale.

  3. Gregorio semplicemente deplorevole in molte sue prese di posizione ed in parecchi suoi argomenti, chiamiamoli, ‘sinistrorsi’. La smetta di far politica e faccia bene il telecronista ! Per fortuna, con un semplice clic, lo si puó azzittire, cambiando canale.

  4. Fornetti Giuseppe

    Sto ascoltando il vostro commento sul giro d’Italia che non è valorizzato come il tur de frans certo avete pienamente ragione quello che non capisco perché la Rai una emittente nazionale italiana non trasmette il giro d’Italia come sapete ci sono moltissimi giovani che seguano il giro ma altre persone che non anno la possibilità di avere canali a pagamento sono già esclusi nella possibilità di vedere questo evento sportivo

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