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ALIMENTA LA TUA SALUTE. CIBO SPAZZATURA : PER L’ORGANISMO È UN’INFEZIONE VIRALE. ECCO PERCHÉ È MEGLIO EVITARE!


Eccessivo consumo di zuccheri raffinati, grassi saturi, sodio e insufficienza di fibre – altrimenti detta “dieta occidentale” – è uno stile alimentare altamente tossico per la salute.

È ben conosciuto per promuovere malattie cardiovascolari e tumori, i “big killer” nel mondo, ma non è tutto: il cibo spazzatura sembra anche avvelenare le difese immunitarie innate dell’organismo modificando l’espressione di geni coinvolti nella maturazione delle cellule immunitarie, in particolare di monociti, un tipo cellulare che aumenta in circolo in risposta a un’infezione allo scopo di raggiungere i focolai infettivi e ingerire ed uccidere i microbi invasori.

La scioccante scoperta arriva dalla Germania, dove una ricerca scientifica recente condotta dall’università di Bonn, ha dimostrato che sottoponendo per un mese topi da laboratorio ad una dieta simil occidentale gli animali sviluppano una forte risposta infiammatoria in tutto il corpo: praticamente il loro sistema immunitario reagisce al cibo spazzatura come se fosse un virus pericoloso portando ad un incremento inaspettato di monociti circolanti, proprio come si verifica durante un’infezione virale. Ma come è possibile tutto ciò?

Gli scienziati hanno identificato sulle cellule immunitarie la presenza di un “sensore di fast food ” – l’inflammasoma NLRP3 – che riconosce non solo parti virali ma anche l’esposizione del corpo a dosi troppo elevate di fast food – probabilmente rilevando un aumento di palmitato, lipoproteine LDL ossidate, cristalli di colesterolo o acido urico – e rilascia messaggeri altamente infiammatori. Questo meccanismo è responsabile di evocare una rapida risposta infiammatoria che risulta potenziata, perché i monociti reclutati sono molto numerosi e aggressivi.

Tutto ciò è possibile perché l’attivazione del sensore e la segnalazione cellulare conseguente cambiano il modo in cui l’informazione genetica è confezionata nelle cellule immunitarie: alcuni pezzi di DNA normalmente nascosti si srotolano e diventano accessibili alla trascrizione: è così che viene modificata l’espressione genica. Gli scienziati chiamano questi fenomeni “cambiamenti epigenetici”, qui coinvolti nel risultante fenotipo aggressivo di monociti infiammatori. La cosa sconvolgente però è che quando i ricercatori hanno riofferto ai roditori la loro tipica dieta a base di cereali per altre quattro settimane, l’infiammazione acuta è ovviamente scomparsa ma ciò che non è scomparso è la riprogrammazione epigenetica dei monociti: anche dopo quattro settimane di reversione ad una dieta sana, molti dei geni che erano stati attivati ​​durante la “fase fast food” erano rimasti ancora attivi.

Praticamente le cellule immunitarie erano ormai state permanentemente riprogrammate, ricordano cioè i “cheeseburger” ingeriti e consumarne di nuovo – anche a piccole dosi – innescherebbe risposte infiammatorie molto forti. Come è noto, dopo un’infezione virale le cellule immunitarie sviluppano una immunità acquisita e rimangono in una sorta di stato di allarme, in modo che possano rispondere più rapidamente ed efficacemente a un nuovo attacco.  La stessa cosa succede in questo caso nei topi esaminati, ma con la grande differenza che questo processo non è innescato da un virus, ma da una dieta malsana! Dunque non solo i microbi, ma anche stimoli infiammatori sterili come cibi spazzatura possono indurre una immunità acquisita.

Questo ha ovviamente importanti conseguenze sulla salute perché promuove non solo lo sviluppo di malattie infiammatorie croniche ma anche di aterosclerosi. Queste cellule riprogrammate infatti sono le stesse che ritroviamo nelle placche aterosclerotiche. I fast food non fanno altro che accelerare l’origine delle placche attraverso l’apporto costante di colesterolo “cattivo” che si deposita nella parete dei vasi e,  tramite le forti reazioni infiammatorie evocate, facilitano il continuo reclutamento dei monociti nel core delle placche, velocizzandone accrescimento ed evoluzione. Per cui fai attenzione a quello che mangi, le tue cellule immunitarie potrebbero ricordarlo a lungo dopo che l’hai fatto!

a cura della Dott.ssa Isabella Lelli biologa nutrizionista – Copyright © Inbici Magazine©Riproduzione Riservata

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