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Fausto Pinarello - photo Luca Bettini/BettiniPhoto©

FAUSTO PINARELLO: QUEL COLORE VINTAGE CHE FACEVAMO NEGLI ANNI SETTANTA, HA PORTATO FORTUNA ANCHE OGGI


“E adesso cosa facciamo, abbiamo tanti obiettivi”.

La telefonata arriva a Fausto Pinarello poco dopo la cerimonia di vestizione della maglia rosa.

Dall’altra parte del telefono Filippo Ganna, il cronoman più forte al mondo, ha appena vinto la crono di Torino e indossato, come lo scorso anno, la maglia rosa.

Lo frena Pinarello: “Tranquillo Filippo” gli ha detto Fausto Pinarello. “Adesso come squadra pensiamo alla maglia rosa, poi abbiamo in gioco le Olimpiadi e due medaglie e poi ci sono i mondiali andiamo avanti un passo alla volta”.

Esulta così, per il secondo anno consecutivo Fausto Pinarello. E assieme a lui Matteo Tosatto, il direttore sportivo della Ineos Grenadier.

Filippo Ganna, nella cronometro inaugurale del Giro d’Italia numero 104, partita da Torino ha indossato nuovamente la maglia rosa esattamente come nell’ottobre del 2020 a Palermo, conquistando la frazione contro il tempo. “Pippo” ha coperto gli 8km.600 metri della tappa da Piazza Castello al Parco del Valentino in 8’47”e ha indossato anche la maglia bianca dei giovani.

“Ho seguito la tappa ovviamente in diretta televisiva, anche se sono rimasto a Treviso per impegni personali – racconta Fausto Pinarello – Filippo ha saputo emozionarmi come lo scorso anno.

Tappa e maglia. E poi dopo il Giro ci sarà da pensare alle Olimpiadi”.

Anche quest’anno, per il Giro d’Italia, la bici di Filippo Ganna è stata studiata dall’azienda trevigiana sin nei minimi dettagli: “Filippo è molto attento ai particolari, del resto il mondiale a cronometro a Imola in ottobre e poi la maglia rosa e altre tappe vinte fanno del piemontese un campione cristallino”. I dettagli dicevamo. Il telaio che la Pinarello fornisce alla Ineos Grenadier in questo caso per Filippo Ganna è un telaio cosiddetto Bolide Time Trial.

Lo stesso dello scorso anno perché l’iridato piemontese ha trovato la bici ideale in quella studiata da Fausto Pinarello e dal suo staff. A differenza del 2020, per questo Giro d’Italia e per questa cronometro è stato cambiato solo il colore. Da cangiante a blu – azzurro specchiato e porta il nome di Bolide Top di Ganna. Per la cronometro torinese è stato usato il 60X11, ovvero il rapporto massimo anche se il percorso era differente rispetto a quello siciliano di Palermo . Inoltre le scelte operate in base alle condizioni meteo, al vento e al fondo stradale hanno fatto montare ai meccanici una gomma da 25mm: “Oggi Filippo Ganna montava una ruota posteriore lenticolare e una ruota anteriore a profilo da 80 mm. Princeton. Come gruppo monta un Shimano DuraAce Di2 ovvero un gruppo con cambio elettronico.

Pippo inoltre ha una particolarità fisica che lo favorisce rispetto agli altri corridori: la sua posizione in bici è programmata nella galleria del vento con un manubrio costruito su misura e studiato per permettergli una migliore penetrazione dell’aria. Lui riesce a rimanere molto in basso sul manubrio e in avanti, il che gli permette di avere una penetrazione dell’aria molto buona senza comprimere il diaframma consentendogli di far entrare ugualmente molto ossigeno ed una respirazione a pieni polmoni, con un coefficiente cx bassissimo”. Fausto Pinarello ama molto il vintage. E in pochi conoscono il perché di questo colore: “Martedì scorso abbiamo montato la bici per Filippo. E Matteo Tosatto l’ha portata a Torino. Vista, provata piaciuta a Pippo. Il colore è quello delle vecchie bici Pinarello che produceva mio papà dal 1975 al 1980. L’azzurro Pinarello che noi chiamavamo Jolly perchè legato al team che si sponsorizzava in quegli anni. Poi sono diventate rosse. Questo colore è però cromato, specchiato e si chiama Ego Blu che abbiamo riproposto dopo vent’anni.

“Filippo è una sicurezza a cronometro. Filippo ha un obiettivo che ovviamente non è di classifica ma di tappa. Desiderava vincere in casa, nel suo Piemonte, e vestire la maglia rosa. C’è riuscito. E’ un grande”, racconta il suo diesse Matteo Tosatto.

a cura di Tina Ruggeri Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata

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