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GRANFONDO CAMPAGNOLO ROMA



L’evento ciclistico più affascinante del pianeta raccontato dal suo inventore: “La politica romana era diffidente, ma oggi tutti hanno capito che il futuro di questa città passa dalle politiche della sostenibilità ambientale”. Focus sul capolavoro organizzativo di un avvocato-caterpillar che, con tenacia e coraggio, punta a debellare il doping dalle Gran Fondo e a trasformare l’Urbe nella capitale mondiale della bicicletta. Partendo da un forum

Canale InBici Media Group

 

Oltre cinquemila ciclisti in uno degli scenari più suggestivi del mondo, un viaggio a pedali nella storia dell’Impero. Questa, in poche parole, la Granfondo Campagnolo di Roma. Che, in realtà, è molto di più. 

Perché è vero che non capita tutti i giorni pedalare tra il Colosseo e i Fori Imperiali, attraversando i Castelli Romani e il lago di Albano e lambendo le Terme di Caracalla senza che neppure un’auto ti sfiori le forcelle, però – ed è questa la vera mission di chi l’ha ideata – la rassegna capitolina racchiude un significato che va ben oltre la semplice dimensione sportiva. La Gran Fondo di Roma è uno spot planetario alla mobilità sostenibile, alle politiche delle smart-city, è un evento “ad emissione zero” che dimostra, con i fatti, ciò che postulava il dottor Frankeistein: “Si può fare!”.

Insomma, l’avvocato Gianluca Santilli, presidente della sezione amatoriale della Federciclismo ed inventore della bike-economy, ha dimostrato al mondo (diffidente) della politica romana che una città senza traffico, disegnata su misura per l’utenza debole, non è l’utopia di un visionario, ma un approdo scontato per una città che, in futuro, non potrà più ignorare la questione ambientale. Ecco perché l’avvocato Santilli ci tieni a precisare che “Maratona e Nove Colli saranno pure splendide realtà, ma il nostro modello dev’essere più ambizioso, penso in particolare a Londra, oggi la vera capitale europea del ciclismo amatoriale”. 

 

 

E così, in una cornice unica al mondo, 5.200 appassionati ciclisti, in rappresentanza di ben 49 nazioni, hanno partecipato ad un evento in costante ascesa: la partenza dai Fori Imperiali con lo sfondo del Colosseo ha suscitato un’emozione unica e anche la Sindaca di Roma Virginia Raggi ha voluto far parte, con la famiglia, della pedalata benefica “Roma adotta Amatrice”, una delle tante manifestazioni collaterali in programma nel weekend romano. Grande festa finale per tutti poi al Villaggio Expo alle Terme di Caracalla con ospite d’eccezione Claudio Chiappucci.

Sono stati tre giorni di festa, tre giorni di ciclismo, sport, storia, cultura, solidarietà, paesaggi e divertimento nella più splendida cornice al mondo. Ma, come detto, l’evento non si esaurisce in un week-end di ottobre, come spiega lo stesso Santilli: “Io credo che, al di là del successo degli iscritti, che resta comunque un dato che merita di essere sottolineato, l’aspetto saliente di questa edizione della Gf Campagnolo di Roma, sia stato il ‘dopo evento’, ovvero il modo in cui l’intero movimento cicloturistico italiano ha reagito al nostro modo – del tutto innovativo – di gestire la manifestazione. Abbiamo proposto, con determinazione e direi anche con coraggio, una svolta radicale ai regolamenti, imponendo soprattutto una ‘tolleranza zero’ nei confronti del doping tra gli amatori. Del resto, anche il ciclismo amatoriale non è immune da questa piaga. Per questo ho introdotto la normativa etica, applicando la responsabilità oggettiva a carico dei dirigenti. Dopo una mia indagine, ad esempio, è stata emessa dalla commissione di disciplina federale una sentenza che ha squalificato medici e dirigenti di una squadra giovanile perché somministravano farmaci, in teoria non dopanti ma comunque assolutamente inutili, a ragazzi minorenni”.

“Prima di Roma, annunciando i controlli incrociati sangue & urina – prosegue l’Avvocato – avevo avvertito umori contrastanti: c’era chi aveva aderito in maniera convinta e chi, al contrario, prevedeva iscrizioni a picco, come se l’antidoping in una gran fondo fosse un elemento fortemente disincentivante. Ho comunque voluto seguire questa strada e devo dire, con il senno di poi, che questi timori si sono rivelati infondati. E’ vero che dai controlli sono emerse delle positività, ma nei giorni seguenti ho sentito soltanto commenti positivi, tanto che molte altre manifestazioni importanti seguiranno la nostra strada. Questo per me è un motivo di grande soddisfazione perché in fondo apre le porte ad un nuovo modo d’intendere e interpretare il ciclismo amatoriale: grande rispetto per l’agonismo pulito, che va assolutamente preservato, ma nessuno sconto verso chi esaspera la ricerca ossessiva del risultato, arrivando addirittura a barare. Nei confronti di questi personaggi – chiarisce Santilli – abbiamo usato il pugno di ferro, così come abbiamo squalificato chi ha saltato le griglie o chi non ha rispettato altre regole. Penso che, dopo il liberismo degli anni ’90, questa edizione della Gran Fondo di Roma possa rappresentare una sorta di spartiacque, proiettando l’intero movimento verso un’altra dimensione”. 

 

 

“Il secondo aspetto che ci tengo a sottolineare – spiega ancora Santilli – è il grande spot che manifestazioni come la Gran Fondo di Roma fanno alla cosiddetta bike-economy, ovvero quel segmento che punta a valorizzare le politiche della eco-sostenibilità. Sono aspetti che, soprattutto in una città come Roma, devono essere considerati centrali. Ora, non sempre si potrà godere del privilegio di pedalare in uno scenario d’inestimabile bellezza come è quello dei Castelli Romani chiuso al traffico, ma questo evento può – e deve – dimostrare, in primis al mondo della politica italiana, che sono le Smart City il futuro virtuoso di un Paese evoluto. Oggi Roma fa parte della World Association of Cycling Events, sei eventi di ciclismo amatoriale con Londra, New York, Città del Capo, il lago di Vatternrundan dove nelle notti bianche di giugno si corre da 50 anni una gara di 300 chilomenti e perfino una tappa del Tour de France dedicata agli amatori. Noi ci siamo resi conto che, promuovendo la ciclomobilità urbana e il cicloturismo, si attiva un circuito virtuoso di vita sana ed economia fiorente. La Bikeconomy, muove oggi in Europa qualcosa come 200 miliardi di euro fra produzione e vendita di biciclette, progetti di mobilità urbana ed investimenti connessi con lo sviluppo di questa cultura green”.

 

Tutti concetti che verranno approfonditi nel corso di un un maxi-forum in programma a Roma, al Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, il 18 e 19 novembre. L’appuntamento, dal titolo “L’irresistibile ascesa dell’economia della bici”, vedrà un parterre di relatori di fama internazionale. Oltre all’avvocato Gianluca Santilli, si alterneranno sul palco Pietro Barrera (Segretario Generale della Fondazione MAXXI”), Silvia Velo (Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare), il presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco, il Presidente della Fondazione “Manlio Masi” Beniamino Quintieri ed il vicedirettore della Rai Roberto Pippan. E ancora Giulietta Pagliaccio (Presidente della Federazione Italiana Amici della Bicicletta), Francesca Racioppi, Kees Van Ommeren e Paolo Ruffino. In programma anche una tavola rotonda sul “Caso Roma” a cui prenderanno parte alcuni importanti esponenti istituzionali della Capitale. Tra gli invitati anche Felice Gimondi, Claudio Chiappucci e Davide Cassani con il giornalista e scrittore Marino Bartoletti nella veste di “chairman”. Tra i relatori d’accezione anche Roberto Sgalla, Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato, un vero luminare nel settore della mobilità urbana.

 

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nella foto l’avvocato Gianluca Santilli

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