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Costante Girardengo

LA BICI D’EPOCA. COSTANTE GIRARDENGO: IL PRIMO “CAMPIONISSIMO” DEL CICLISMO


Costante Girardengo nacque a Novi Ligure il 18 marzo 1893 e diventò professionista a soli diciannove anni nel 1912. Per la sua statura minuta fu soprannominato “l’omino di Novi”; ma sebbene non in possesso di una corporatura statuaria, era ottimo passista ed egregio scalatore.

Riuscì a cogliere 127 successi su strada e ben 976 vittorie su pista, soprattutto in virtù di una visione di gara unica, di una furbizia competitiva superlativa e di un magnifico spunto veloce.

Ebbe a lottare con fior di atleti e campioni, eppure riuscì ad imporsi in ben sei Milano-Sanremo, indossando la maglia tricolore di Campione Italiano per ben nove volte.

Solo dopo la prima guerra mondiale riuscì ad imporsi nel suo primo Giro d’Italia; era il 1919, fu capoclassifica dalla prima all’ultima tappa, correndo per la squadra Maino. Quel Giro fu percorso a 26,440 km/h di media su 2.984 chilometri totali, con sessantatrè partenti e quindici ciclisti che conclusero la corsa. Proprio a questi, a coloro che avessero finito il Giro, venne garantito un guadagno minimo di 180 lire!! Quattro anni dopo, nel 1923, Girardengo ottenne il suo secondo successo nella corsa rosa.

Costante Girardengo

A metà degli anni venti un altro campione si presentò sulla scena, Alfredo Binda che con Girardengo ingaggiò sfide epocali sulle strade impolverate dell’epoca.

Girardengo negli otto giri d’Italia disputati riuscì a vincere ben trenta tappe e moltissime classiche di allora, oggigiorno non più disputate.

Altre affermazioni del “Gira” furono anche al Gran Premio Wolber e nel Giro di Lemano che rappresentavano corse all’estero, quando spostarsi fuori dei confini nazionali era una vera e propria avventura.

Nel 1927 fu anche vice campione ad Adenau, nella prima edizione dei Campionati del Mondo vinti proprio dal rivale di sempre Binda. Purtroppo non riuscì a portare a termine nessuno dei suoi due Tour de France disputati nei primi anni della carriera. Quando però aveva 43 anni, Girardengo  riuscì ancora a mostrare il proprio valore vincendo la tappa Arsoli-Roma del Giro Delle Quatto Province. In carriera vanta anche tre Giri di Lombardia.

La sua forza e tenacia la mostrò in ogni modo nella classica di primavera, la Milano-Sanremo.

Nel 1918 relegò il secondo classificato a ben 13 minuti ed il terzo a 59; vinse la corsa percorrendo ben 200 km in fuga solitaria. Per la cronaca: la corsa durò circa 12 ore e le bici di allora non possedevano il cambio posteriore. L’ultima vittoria a Sanremo la ottenne a 35 anni davanti al rivale di sempre, il solito Binda, nove anni più giovane.

Finita la carriera agonistica Girardengo divenne un tecnico raffinato (diresse Bartali nel vittorioso Tour de France del 1938) e nel 1939 portò Coppi nel professionismo con la Maino, prima del contratto con la Legnano e del vittorioso Giro del 1940 dell’altrettanto mitico Fausto. Costruttore di biciclette, riuscì a scoprire un grande asso del pedale che vinse proprio in sella ad una Girardengo: Rik Van Steenbergen.

Costante Girardengo è deceduto ad Alessandria il 9 febbraio 1978.

Bici Girardengo

La bici che presentiamo in quest’articolo è una GIRARDENGO del 1947 con cambio Campagnolo modello corsa riconoscibile dalle stecche corte, elaborato un anno prima. Il dado bloccaruota dal lato sinistro del perno ruota, con due bulloncini alle estremità, determina l’anno di produzione, visto che nel 1949 verrà sostituito dall’anello sul dado di chiusura del bloccaggio ruota.

Questo cambio dalla provata affidabilità, dal peso contenuto e dall’assenza di attriti, permetteva di cambiare in tre passi: con la leva lunga si allentava il bloccaggio della ruota, con la leva corta ed una mezza pedalata all’indietro si posizionava la catena sul rocchetto voluto, infine si richiudeva il bloccaggio agendo sulla leva lunga.

La “cambiata” era tutto sommato precisa, ma laboriosa e lenta, difficile da eseguire specie in salita dovendo pedalare all’indietro.

Ad oggi biciclette con cambio “a due stecche” non sono facili da reperire;  giustamente recuperate, potrebbero tranquillamente stare in salotto al pari di un prezioso quadro d’autore. La Girardengo in fotografia mostra le sue belle e lucide cromature; il restauro è da terminare, ma appartiene comunque alle biciclette che hanno fatto la storia del ciclismo.

a cura di  Adriano Vispi e del Dr. Dario Corsi Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata

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