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LA BICI D’EPOCA. ENRICO PAOLINI, IL CAMPIONE GENTILUOMO


Tre Campionati Italiani e dieci anni di professionismo: al suo fianco una bicicletta del 1980 disegnata dal telaista Rauler di Reggio Emilia.

Canale InBici Media Group

Per chi scrive – e per tanti giovani ciclisti degli anni 70-80 della provincia di Pesaro e delle zone romagnole Enrico Paolini è stato un vero punto di riferimento. O meglio, un ciclista che ha mostrato a tutti come serietà professionale e talento potevano portare ad ottimi risultati in un ciclismo già affollato da grandi campioni, quali per citarne alcuni Gimondi, Adorni, Motta, Moser, Merckx, Bitossi, Basso e tanti altri.

Enrico (detto “Rico”), gentile nei modi ma spietato sui pedali, ha sempre avuto un sorriso per tutti e in bicicletta riusciva a trovare quella dimensione che l’ha portato a combattere con i grandi del ciclismo e tante volte a vincere.

Passista e velocista di classe cristallina, riuscì ad imporsi in ben 37 gare nei professionisti quando il ciclismo era “comandato” da grandi capitani. Passato a 24 anni al professionismo, corse dal 1969 al 1979 nella squadra SCIC (raro esempio di fedeltà ad una maglia sociale!) e vinse tre titoli di Campione d’Italia Professionisti conquistati nelle prove uniche della Tre Valli Varesine (1973), Milano-Vignola (1974) e Giro della Campania (1977). Nella sua bacheca spiccano anche Giro dell’Umbria, Giro del Veneto (1972), Coppa Bernocchi, Giro dell’Emilia (1975), Giro di Reggio Calabria e Milano – Torino (1976), oltre a sette tappe al Giro d’Italia e cinque al Giro della Svizzera.

La bici di Enrico Paolini montata con Campagnolo Super Record

Vincitore l’8 settembre 1974 nel circuito di Savignano sul Rubicone e anche di 2 tappe al Midi-Libre (1977), continuò a frequentare il ciclismo anche dopo il 1979, dapprima quale rivenditore cicli e poi nel ruolo di direttore sportivo di squadre professionistiche, richiamato “in corsa” per la sua professionalità ed esperienza decennale.

In questa presentazione associamo al nome di Enrico Paolini la bicicletta delle foto sottostanti. Infatti, per alcuni anni dopo le vittorie del Campionato italiano, “Rico” aprì un negozio di bici a Pesaro e fece costruire telai marcandoli con il proprio nome.

Come tanti altri bravi rivenditori italiani, era in uso in quel tempo rivolgersi a telaisti che – nella zona del milanese, trevigiano e Reggio Emilia – costruivano con arte e maestria telai in acciaio, personalizzati con loghi e pantografie.

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La bici mostrata è costruita dal telaista Rauler di Reggio Emilia e la foglia d’edera sotto il movimento centrale denota questa costruzione datata 1980. Il peso della bici completa è di 9,0 kg ed è montata con il gruppo top dell’epoca, cioè Campagnolo Super Record presentato nel 1979.

Unica licenza su questa bici è la “pipa” o attacco manubrio che riporta la pantografia E (che affettuosamente ci piace pensare stia per Enrico) sebbene più probabilmente si riferisca ad Elementi (rivenditore di rimini). Il reggisella, invece, è appartenente al precedente Super Record.

Nella bici d’epoca sempre più si assiste ad una miscela di pezzi di diverse epoche, assemblati su un telaio vecchio, tralasciando la fedeltà all’originale. Con questi articoli sulla bici d’epoca vorremmo, oltre che presentare campioni che hanno fatto sognare intere generazioni di ciclisti, anche cercare di offrire a chi ha una vecchia bici in cantina la possibilità di rendere la propria bici il più fedele all’originale possibile e di riconoscere eventuali pezzi montati successivamente. Da sottolineare comunque che negli anni passati molte volte si spezzavano i gruppi, cioè venivano montati pezzi di diversi gruppi, di livello diverso, e le bici molte volte venivano assemblate secondo le disponibilità economiche del ciclista utilizzando a volte pezzi di un gruppo più vecchio o già posseduto. Comunque riteniamo sia importante in una bici d’epoca cercare di rispettare il periodo storico e restaurare una bici storica con componenti realmente presenti nel periodo di costruzione del telaio evitando, per preservarne il valore, di montare pezzi fuori epoca.

Nei numeri successivi presenteremo altre bici ed i loro campioni, ed illustreremo anche come riconoscere un componente di un gruppo rispetto ad un altro.

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Oggi mostriamo il cambio del gruppo super record presentato nel 1979 da Campagnolo (che aveva la scritta Campagnolo serigrafata su fondo nero) che ricercava per quel gruppo la massima riduzione dei pesi rispetto al cambio del gruppo Super Record presentato nel 1974 (che presentava la scritta sul cambio in rilievo). La bici Paolini è montata con gruppo Super   Record degli anni 1979-1982, anni in cui venne presentato anche il nuovo reggisella dotato di un’unica vite di regolazione dell’inclinazione sella e di serraggio ed il deragliatore con bellette anodizzate nere ed alleggerito con fori sul davanti.

La bici mostrata monta ancora il vecchio reggisella (con due viti di regolazione presentato nel 1974) ma la pantografia Paolini riportata sul davanti è una sorta di “licenza poetica” del restauratore visto che questo reggisella è stato prodotto fino al 1978 da Campagnolo. Nell’anno1983 sarà presentato il gruppo del cinquantenario di Campagnolo, facilmente riconoscibile per la testa delle viti placcata in oro zecchino e molto ricercato dagli appassionati.

a cura di Adriano Vispi e Dario Corsi partner– Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata

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