LANCETTE INDIETRO DI MEZZO SECOLO PER LA VINARIA 2019

Un salto indietro nel tempo, perche’ di questo si e’ trattato. Le ciclostoriche col ciclismo , infatti, c’entrano fino ad un certo punto.

Quel momento cosi’ ben rappresentato dai maestri Benigni e Troisi in “Non Ci Resta Che Piangere” e’ un momento conosciuto fin troppo bene dalla tribu’ delle ciclostoriche che certe sensazioni le ha nel dna: per me invece questa volta e’ stata una sensazione nuova,un momento incredibile.

Mi sono addormentata che era il 24 agosto 2019 dopo un ottima cena inaugurale al Mercato di Marlia, e mi sono svegliata che improvvisamente era il 25 agosto si, ma di un anno imprecisato degli anni ‘50.

Nata nel 2016 dall’idea di alcuni amici e appassionati appartenenti al G.S. Cicli Carube a La Vinaria trionfa la vera passione per il ciclismo, quello di una volta, fatto di sacrifici e lealta’, un ciclismo vissuto come la parabola della vita stessa,una ruota che non gira sempre bene, con salite, cadute e, ogni tanto, splendidi traguardi.

Carube, ossia Roberto Lencioni, e’ l’anima de La Vinaria; grande meccanico a livello professionistico che nella sua lunga carriera ha seguito grandi campioni, da Cipollini a Fondriest ad Argentin, coltiva da molti anni la passione per le bici (e non solo) d’epoca, passione che traspare per tutta la durata della manifestazione che prevede si una sfilata di bici d’epoca, ma affiancate a moto e auto d’epoca.

La manifestazione prevede 2 giorni di eventi e naturalmente non c’e’ traccia di agonismo.

Aperta a tutti, si puo’ partecipare con bici antecedenti al 1987 che abbiano puntali e cinghietti, filo dei freni esterno al manubrio e leve del cambio sul tubo obliquo, con abbigliamento anch’esso d’epoca.

Sono previsti due percorsi: il “Il Divino” e ‘L’Intrepido”; il primo  con una lunghezza di 47 km e’ studiato per tutti coloro che vogliono godere dei pesaggi splendidi della piana lucchese (e degli ottimi ristori situati lungo il percorso) senza fare troppa fatica; il secondo percorso invece e’ lungo 78 km ed e’ dedicato ai piu’ avventurosi ed allenati che non hanno paura delle salite e che vogliano godere del panorama mozzafiato offerto dalla catena appenninica capannorese e visitare luoghi ricchi di fascino e mistero.

La partenza e l’arrivo, le stesse per entrambi I percorsi, sono previste la prima da Villa La Badiola, antica resistenza dei signori Arnolfini, e il secondo nella Piazza del Mercato di Marlia, dove I ciclisti troveranno al loro arrivo il consueto pasta party.

Il percorso tocchera’ Capannori, il piu’ grande comune rurale comprendente 40 frazioni, una grande pianura fertile che si estende dale Pizzorne al Monte Pisano, Porcari, Lucca ( con uno splendido giro delle mura monumentali concesso in via straordinaria dal Comune di Lucca e dall’Opera delle Mura di Lucca), Marlia, San Pancrazio, Segromigno in Monte, Valgiano, San Pietro a Marcigliano, Sant’Andrea in Caprile, Pieve di San Gennaro, Lammari, Matraia, Carmigliano, Gragnano, San Colombano e Rimortoli, Petrognano delle Pizzorne e San Martino in Colle, dove si trova la celebre “Quercia delle Streghe”, alta 24 metri con un tronco di 4,5 metri e con una chioma di oltre 40 metri di diametro, la leggenda narra che questa radura e questa pianta fosse luogo di ritrovo per le streghe. La sua forma schiacciata infatti e’ molto inusuale per gli alberi appartenenti a questa famiglia che tendono a svilupparsi in altezza. La leggenda identifica questa pianta come la “quercia grande” su cui Collodi immagino’ l’impiccagione di Pinocchio e dove il burattino incontro’ il Gatto e la Volpe.

Tutto questo e’ la Vinaria, incorniciata naturalmente in uno dei panorami piu’ belli che esistano, la magica piana lucchese, un esperienza che permette di dimenticare le lancette ed il tempo che scorre veloce e che ha fatto si che per un giorno I problemi di ieri non ci fossero, perche’ il nostro presente, almeno un giorno, era tanto tanto tempo fa.

a cura di Eleonora Pomponi Coletti per iNBiCi magazine