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RAPHAEL CHIQUET, IL “JOKER” FRANCESE CHE DANZA SUI PEDALI


Creatività, tecnica, uno stile inconfondibile e una predisposizione naturale all’arte della danza. Non quella sulle punte… ma sui pedali.

Nasce a Lattes nel dipartimento di Herault 36 anni fa Raphael Chiquet, campione del mondo Bmx Flat nel 2009 e, ancora oggi, il più poetico interprete mondiale della Bmx. Non un semplice rider dei tempi nostri, ma un “rocketman”, un Joker a due ruote.

La sua è un’arte che arriva nel cuore della gente perché non capita tutti i giorni vedere un ciclista danzare con quell’eleganza sui pneumatici di una bici. Lui, francese di Epernay ma parigino d’adozione, è un mix tra un ciclista e un danzatore. Un incontro fra due mondi solo all’apparenza agli antipodi.

Raphael, come è nata questa tua arte?

“Da ragazzo ho avuto la fortuna di ricevere in regalo dai miei genitori una Bmx. Considerando che la maggior parte dei ragazzi del mio paese aveva una mtb, mi è sembrato un po’ inusuale, all’inizio ero persino un po’ geloso. Poi, col tempo, ho capito le potenzialità di questo mezzo e, con un pizzico di creatività, ho creato uno stile tutto mio”.

OpèRide è il tuo progetto più ambizioso, un mix pazzesco tra arte e bici…

“Mi sono innamorato di questo sport anni fa e quasi subito ho capito che un giorno avrei realizzato qualcosa di diverso nel mondo della bmx. Ebbene, quel giorno è arrivato. Che sia considerato uno sport o un’arte poco importa. L’importante è spingermi oltre i miei limiti e cercare sempre nuove coreografie. Sul palco dell’Opéra de Montpellier ho creato una coreografia su due ruote danzando sulle note di Mozart. La musica, del resto, è una delle mie grandi passioni e abbinarla alla bicicletta è stato del tutto naturale”.

Qual è l’essenza della tua arte?

“Cerco sempre di portare nuovi contenuti video oltre alle mie idee creative. La bici per me è soprattutto un divertimento anche se mi piace anche produrre canzoni e lavorare come videomaker. Per essere il più originale possibile ho bisogno di semplicità, ma anche di continuare a nutrire la mia indole creativa”.

Cosa ti rimane di positivo del 2020?

“Per me lo scorso anno è stata un po’ una tragedia. Non potendo viaggiare né allenarmi è stato difficile tirare avanti anche perché io lavoro per passione, ma anche per vivere. Poi mi si è accesa la lampadina e ho capito che non potevo stare fermo a guardare, che dovevo provare a fare qualcosa di produttivo. A quel punto ho creato ‘OpéRide’ ed è stato come rinascere“.

a cura di Leonardo SerraCopyright © InBici Magazine ©Riproduzione Riservata

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