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Sicurezza in gara 3

Sicurezza in gara



Gli arrivi delle gare ciclistiche sono caratterizzati dalle rituali transennature. In che modo (e in che quantità) devono essere utilizzate e, al di là della pubblicità, qual è la loro vera funzione?

 

La mission della nostra rubrica dedicata alla sicurezza è quella di portare all’attenzione del lettore dettagli che sembrano scontati e che, invece – a volte – si rivelano determinanti per la perfetta riuscita di una gara ciclistica.

In questo numero parliamo di transenne. La loro oculata collocazione determina infatti due aspetti importantissimi per una gara ciclistica: sicurezza in zona partenza o arrivo e ritorno pubblicitario.

 

Molto spesso, girando per l’Italia, mi rendo sempre più conto che gli organizzatori tralasciano questo aspetto, ritenuto invece determinante e addirittura normato a livello federale (non a caso, nell’ipotesi di un incidente in gara, la posizione delle transenne viene sempre considerata un aspetto processualmente rilevante).

 

La transenna, se posata bene, diventa prima di tutto un deterrente per gli spettatori ad attraversare il “campo di gara”, specie nelle zone d’arrivo, dove le velocità sono alte e i pericoli in agguato. La transenne, inoltre, dev’essere vista come una protezione, non solo per l’atleta nei confronti del pubblico, ma anche per il pubblico in caso di scivolata dei corridori.

 

Si provi a pensare cosa succederebbe ad un bambino o ad un anziano che venisse falciato letteralmente da un corridore in scivolata durante una volata di gruppo…

Ora, non prendiamo in esame come al solito il Giro d’Italia, dove il sistema di vigilanza è altissimo, ma si pensi soprattutto alle gare meno blasonate, dove il pericolo si cela dietro l’angolo e dove, per problemi anche economici, a volte le cose devono essere fatte con ciò che si ha a disposizione.

 

Forse è pretenzioso aspettarsi un’organizzazione impeccabile in ogni circostanza, ma almeno alcuni punti fondamentali si devono tenere ben presenti:

– le transenne devono essere ancorate una all’altra

– in caso di vento, poiché gli striscioni fanno un effetto “vela”, devono essere assicurate a terra mediante pesi o picchetti

– in caso di vento forte e impossibilità di ancoraggio o di posizionamento di pesi è preferibile mollare o addirittura levare gli striscioni. La sicurezza viene prima della pubblicità.

– non possono essere usate corde al posto delle transenne

– le transenne non vanno mai lasciate “sole”, ma è bene che vi sia sempre almeno una persona a vigilare sulla tenuta delle stesse

– il numero di transenne deve essere dimensionato, oltre che da un minimo regolamentare, anche in base alla quantità di atleti in gara e al luogo in cui si svolge la stessa

– per i motivi qui segnalati, le stesse regole vanno usate anche per il fuori strada

– se ben posizionate hanno anche un ottimo effetto a livello fotografico e televisivo.

 

Certo, quest’ultima voce non è da trascurare: le transennature posizionate in maniera ordinata e oculata, diventano infatti un importante veicolo pubblicitario, specie se si hanno a disposizione striscioni in TNT o similari.

Come dico sempre, il biglietto da visita di una gara ciclistica è la foto o l’immagine dell’arrivo: con quella foto il lettore da casa si fa un’idea della gara, anche se magari a volte non corrispondente alla realtà, ma comunque è quel fotogramma che crea nella mente del lettore la sensazione legata a quella gara.

 

Occhio, quindi, al ruolo fondamentale delle transenne, perché non sottovalutando questo aspetto, ci si garantisce benefici a 360 gradi.

 

fonte Gianluca Barbieri  Copyright © INBICI Magazine

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