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SULLA STRADA DEL PAMIR



Ancora una speciale impresa in MTB per il biker extremo Maurizio Doro.

 

Un viaggio-avventura in Asia, sul Pamir attraversando il Tajikistan e il Kyrgyzstan per 1100 km in completa autonomia, oltre i 4000 m di altitudine passando per la selvaggia e poco conosciuta Bartang Valley.

Questa volta Maurizio non era solo, ma con un amico, Umberto Marchese di Bolzano.

Cos’ha di speciale questa avventura? Maurizio lo conosciamo oramai, da oltre 25 anni esplora il mondo nelle versioni più estreme.

 

Ma Umberto Marchese chi è?

E’ un sano giovanotto oramai da un po in pensione di oltre 74 anni.

Questa è stata la nuova sfida di Maurizio che ha allenato per quasi un anno e accompagnato questo Super Nonno in un ambiente difficile, imprevedibile e ostile dove l’adattamento al puro indispensabile era necessario per assaporare con piacere questa insolita avventura .

 

Si sono conosciuti diversi anni fa in Namibia e da subito ne è nata una bellissima sintonia che li ha portati a fare in questi ultimi anni alcune attraversate in autonomia, in Sardegna, in Marocco e in Grecia.

“ Ho avuto la fortuna di conoscere Umberto ed essere coinvolto dalla sua energia ed entusiasmo, da alcuni anni ci frequentiamo e lo sento come un papà-nonno che io oramai non ho più.

Poi questa sua forza inarrestabile, sicuramente fuori dal comune mi ha spino ad azzardare e proporre un viaggio molto impegnativo che io già sognavo dal 1996”.

Un viaggio che già sulla carta era impegnativo, da Dushambe a Osh, con i suoi 1100 km e oltre 10.000 m di dislivello positivi, reso ancor più difficile ed estremo dalle condizioni climatiche inusuali. Frane, alluvioni, smottamenti, interruzioni di piste e ponti hanno reso questa avventura al limite della realizzazione e sopportazione psicologica.

 

 

“Ci siamo trovati a percorrere la splendida Bartang Valley in condizioni veramente estreme, ben 3 ponti erano stati spazzati via dalle forti precipitazioni e ingrossamento dei fiumi causato dal disgelo dei ghiacciai per l’ improvviso innalzamento della temperatura.

Per diversi giorni con l’aiuto della popolazione locale, sempre molto gentile e disponibilissima, il mattino prestissimo quando il livello dell’acqua era un po’ più basso, abbiamo dovuto guadare fiumi in piena che trascinavano sassi e detriti. Io ero molto preoccupato perché mi sentivo responsabile, ma Umberto, che si era allenato intensamente, aveva una condizione incredibile non ha mai dato cenni di cedimento ed anzi la sua determinazione mi rassicurava.

Avevamo sempre i piedi bagnati perché abbiamo spinto molto sulla pista invasa dal fiume che la costeggiava.

Superate le prime colate di fango e i fiumi che tagliavano la pista, non potevamo più tornate indietro, eravamo completamente isolati e solamente arrivando nei piccoli insediamenti dove pochissimo potevamo trovare… neppure cibo… eravamo un po al sicuro. Poi l’ultimo grande ostacolo, una gigantesca frana che ha spazzato via la pista scavata nella montagna, era una situazione molto pericolosa che ci ha impegnato diverse ore per salire il ghiaione e aggirare questa montagna di terra, fango e sassi, fortunatamente aiutati da 5 pastori del luogo.

Un viaggio che ci ha regalato bellissime emozioni, incontri splendidi, gesta sincere, abbiamo vissuto a diretto contatto con la popolazione locale, veramente serena, sempre molto disponibile ad offrirci tutto quel poco che avevano.

Un viaggio in 14 tappe, per me più che speciale che rimarrà tatuato nella mia più profonda anima per questa bellissima condivisione con Umberto.

Grazie

 

“Solo muovendosi, passo dopo passo, senza fermarsi mai, si arriva alla meta”.

Maurizio Doro

 

 

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