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TUTTI I SEGRETI DELLA SPECIALIZED “IRIDATA” DI ALAPHILIPPE


La bici del campione del mondo? Dal 5 ottobre è possibile anche comprarla on-line, con la stessa livrea iridata e con le stesse caratteristiche strutturali del modello usato dall’istrionico neocampione del mondo. Sì, la bici di Julienne Alaphilippe è una Tarmac SL7 della Specialized, marchio che a meno di dieci giorni dal successo del transalpino al Mondiale di Imola ha pensato bene di approntare subito una versione “Replica” di questo telaio, disponibile però in soli 200 esemplari esclusivi, ovviamente tutti numerati e tutti proposti al costo – altrettanto elitario – di 5499 euro (solo telaio e forcella, attenzione).

È un modello da collezione, è ovvio, per acquistare il quale Specialized ci informa che è necessario recarsi da un rivenditore autorizzato, prenotare il telaio S-Works Tarmac SL7 Limited Edition nella misura corretta, pagare un acconto e poi saldare il tutto alla consegna, che avverrà solo nel gennaio 2021. I fortunati potranno così dire di avere lo stesso identico telaio usato da Alaphilippe, perché ricordiamo che i prodotti che Specialized fornisce ai team pro che equipaggia sono strutturalmente e geometricamente identici di quelli disponibili sul mercato. E in questo caso identica sarà anche la grafica “arcobaleno”, quella che i designer Specialized hanno ideato per celebrare il successo mondiale a Imola sia di Julienne sia di Anna Van Der Breggen, l’“olandese volante” anche lei equipaggiata “Specy”.

Video

“In teleconferenza dalla California il Presidente di Specialized Mike Sinyard consegna ad un entusiasta Julienne Alaphilippe la speciale Tarmac SL7 con finitura Rainbow Jersey”

Telaio compatto per il campione del mondo

È cambiata la finitura, appunto, perché in realtà il telaio del neocampione del mondo è uguale a quello che il transalpino utilizza dal primo agosto scorso, data della ripartenza di questa strana stagione 2020 e data di esordio della versione più aggiornata della Tarmac, ovvero la più polivalente delle bici da competizione della Casa californiana. In particolare Alaphilippe ha scelto una misura 52 cm delle sette disponibili. Rapportata ai 173 centimetri di statura del francese si tratta di una misura che conferma la predilezione che i professionisti odierni hanno per i telai compatti, che in quanto tali sono estremamente maneggevoli, ma soprattutto riescono ad assecondare al meglio i gesti atletici esplosivi, le variazioni di ritmo irruente e di forza, ovvero tutti esercizi nei quali il transalpino è secondo a nessuno.

Un assetto votato all’attacco
Se “esplosivo” è l’aggettivo migliore per connotare il telaio 52 cm di Alaphilippe, “aggressivo” è il termine più adatto per sintetizzare l’assetto con cui il francese ha sistemato sella e cockpit di guida, per dare così forma ad una posizione in bici che in un certo senso estremizza quella che nel ciclismo professionistico moderno è una tendenza generalizzata di tanti pro rider: ci riferiamo all’abitudine a posizionare la sella in una stazione abbastanza avanzata e nel contempo regolare la curva manubrio molto in basso. Si ottiene così un assetto che favorisce i gesti atletici di forza, ancora una volta le variazioni di ritmo genericamente dette “esplosive”, quelle durante le quali l’applicazione di forza assoluta è massimale e il numero di pedalate al minuto tende a ridursi (avete presente come il francese ha pedalato gli ultimi kilometri del Mondiale?).

Per ottenere questo assetto Alaphilippe ha trovato due validi alleati nel reggisella della Tarmac SL 7 scelto nella versione con arretramento pari a zero e nel robusto attacco manubrio dedicato chiamato Tarmac, che non a caso il transalpino ha posizionato perfettamente “a battuta” su di un tubo di sterzo alto appena 113 millimetri. All’insegna della compattezza è anche la curva manubrio, un modello fornito da Pro: il marchio di proprietà Shimano in questo caso fornisce una robustissima e leggera curva Pro Vibe Superlight, scelta nella larghezza di 40 centimetri e caratterizzata da una sagoma tradizionale, ovvero tonda, della porzione alto-centrale.

Gli altri due punti di contatto tra corpo e mezzo tecnico sono la pedaliera e la sella: nel primo caso Alaphilippe muove leve Shimano Dura-Ace lunghe 172.5 mm, nel secondo siede su una leggera ma comoda sella Specialized Romin Evo, anche questa ancorata al morsetto reggisella in una posizione perfettamente centrale, sempre per il motivo di cui dicevamo sopra. Ancora una volta, tutti i componenti di cui abbiamo parlato sono componenti di serie, disponibili anche al pubblico. Disponibile al pubblico è anche la trasmissione Shimano Dura-Ace e il sistema frenante a disco, anche questo siglato “Dura-Ace”. In realtà, sui rotori (da 160 mm anteriore e 140 posteriore), c’è una particolarità: per risparmiare qualche grammo Julienne corre con “dischi” di classe Xtr (ovvero da mtb), che rispetto ai Dura-Ace pesano qualche grammo in meno.

In corsa (anche) coi copertoncini 

Infine le ruote, componente che nell’economia di una bicicletta da corsa vale tantissimo, soprattutto se si parla di agonismo di altissimo livello. Così come succede a tanti pro, e in particolare a corridori versatili e polivalenti come Alaphilippe, in questo caso la scelta del set da montare varia a seconda del percorso e/o delle condizioni metereologiche. Non cambia invece il marchio in questione, che è sempre Roval, brand di proprietà della Specialized. Dunque, fino allo scorso anno la scelta prevalente del francese era montare le CLX50, un set a profilo medio/alto con cerchio in carbonio per tubolare alto 50 mm, adatto alla stragrande maggioranza dei percorsi di gara. In realtà da qualche tempo l’offerta Roval si è arricchita con ulteriori modelli: per le corse in salita (o anche in occasioni di competizioni particolari come ad esempio è stata l’ultima Liegi-Bastogne-Liegi) il transalpino monta le leggerissime Alpinist Clx, delle scattanti basso profilo con peso di soli 1284 grammi la coppia. Per le gare più veloci, invece, a disposizione di “Alafpolak” ci sono le Rapid CLX, ruote di nuova generazione, con cerchio a profilo e larghezza differenziata.

Per ottimizzare il compromesso tra rigidità/maneggevolezza/aerodinamica e leggerezza, questo innovativo set in carbonio adotta un cerchio anteriore alto 51 millimetri e un posteriore da 60 millimetri, mentre la larghezza del cerchio è di 30.7 e 35 millimetri rispettivamente su anteriore e posteriore.  Degno di nota è il fatto che sia le “Alpinist” sia le “Rapide” sono fornite solo nella versione per copertoncino. Sì, avete capito bene, nelle corse professionistiche c’è chi talvolta gareggia anche con pneumatici per copertoncino. E quel “qualcuno” è anche un campione del mondo.

La scheda tecnica

Telaio: Specialized Tarmac SL7, misura 52 cm

Reggisella: Specialized Tarmac

Attacco manubrio: Specialized Tarmac, 10 cm

Curva manubrio: Pro Vibe Superlight, 40 cm (“centro/centro”)

Trasmissione: Shimano Dura-Ace, corone 53/39, cassetta 11-30, pedivelle: 172.5 mm

Impianto frenante: a disco, Shimano Dura-Ace/Xtr

Ruote: Roval Alpinist CLX copertoncino/Roval Rapide CLX copertoncino/Roval CLX50 tubolare

Pneumatici: Specialized Turbo Cotton/Specialized Turbo tubular

Sella: Specialized S-Works Romin Evo

Peso (indicativo): 6.8 Kg

a cura di Maurizio Coccia – Copyright © iNBiCi magazine

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