Il servizio sanitario in corsa è uno dei servizi più importanti che vengono messi a disposizione per gli atleti, anche se molto spesso viene gestito con superficialità. Andiamo a scoprire chi sono e a cosa servono gli “angeli” che lavorano nell’ombra.
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Sono decine i casi in cui mi sono sentito rispondere che il responsabile delle gare ciclistiche è il Medico di Gara. Una cosa da brividi, se penso che certe affermazioni sono venute anche da ambienti legati al ciclismo agonistico e non propriamente amatoriale.
Il servizio sanitario in corsa è il servizio più importante che un organizzatore deve mettere a disposizione dell’intera gara ciclistica ed è obbligatorio.
Non abbiamo sottolineato quest’ultima affermazione a caso; il servizio sanitario in gara, infatti, non deve tutelare solo gli atleti, ma anche tutti gli addetti ai lavori e addirittura il pubblico presente alla gara. Certo, è così: un sanitario non può esimersi dal soccorrere una persona in difficoltà, ecco perché l’attenzione anche al numero di addetti e di mezzi che vanno richiesti, deve essere proporzionato all’ importanza della manifestazione.
Si sa che le regole prevedono una ambulanza ed un medico di gara, ma dev’essere il buon senso dell’organizzatore, tarare il numero di sanitari in rapporto ai partecipanti ed al pubblico presente.
Non è un caso che ultimamente le varie associazioni di volontariato che operano in questo settore, predispongano loro il cosiddetto “Piano Sanitario”, di fatto esonerando l’organizzatore da questo importante fardello.
Infatti, il responsabile del servizio sanitario in gara è il Medico di Gara e non il Direttore di Corsa od organizzatore, anche se queste figure devono cooperare assieme per la gestione della gara stessa.
E’ altresì vero, che il piano sanitario predisposto per una classica gara agonistica, è ben diverso da quello predisposto per una granfondo; inoltre c’è da sottolineare una sostanziale differenza tra granfondo o gara su strada e quelle del fuori strada.
E’ chiaro che in quest’ultimo caso, il piano sanitario diventa assai complesso e dev’essere studiato nei minimi particolari, poiché non basterà più il solo supporto delle vetture, ma anche di squadre appiedate che possano intervenire nei punti più impervi.
Altra importante questione da affrontare è quella legata al comportamento da tenere in caso di intervento sanitario. Due sono i casi: intervento di “gara” e intervento “esterno”.
Nel caso in cui si debba affrontare un intervento in gara, sarà il personale sanitario a decidere come intervenire e come gestire la situazione. Il Direttore di Corsa o l’Organizzatore, hanno il dovere di garantire l’operato dei sanitari e l’incolumità degli infortunati, creando sicurezza e nel caso venisse meno questa condizione, possono decidere anche di sospendere la gara. E’ ovvio che le situazioni sono diverse tra loro e le decisioni vengono prese di volta in volta.
Nel caso in cui vi fossero interventi sanitari, ma anche di forze dell’ordine o vigili del fuoco, da e verso l’esterno alla gara, la direzione corsa deve gestire la situazione, dando precedenza a questi interventi, a costi di sospendere, magari temporaneamente, la corsa.
Certo, sembrano affermazioni forti, per qualcuno, ma bisogna uscire dalla mentalità che la gara ciclistica ha priorità su tutto. La gara ciclistica è una cosa importante, sia dal punto di vista sportivo che dal punto di vista sociale, ma non può anteporsi alle reali esigenze della vita comune, che sono quelle che sostengono la società civile tutti i giorni.
Fonte Gianluca Barbieri
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