L’APPELLO DI UN VOLONTARIO DEL 118 IN VENETO

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo un’importante testimonianza da parte di un volontario del 118, che ci scrive dal Veneto. Con l’occasione ne approfittiamo per ringraziare tutti i medici, i paramedici, gli operatori sanitari e tutti coloro che lavorano e collaborano come volontari nelle realtà ospedaliere.

Lettera di Giampietro Conte

In questi giorni, credetemi, ne sto vedendo di tutti i colori, e la cosa che di più mi angoscia è vedere pazienti che per questo virus perdono la vita, senza poter avere al loro fianco un familiare.

Detto questo, davanti a casa mia, specie l’ultima domenica, ho visto parecchi corridori in bicicletta da corsa.

Amo il ciclismo anche se non lo pratico, e mi onoro di aver tra i miei più cari amici, i figli del primo cugino di Fausto Coppi, in quel di Castellania.

Ecco, vedere tali ciclisti, sfidando non le regole, ma il male, fa stare male.
Vederli affiancati vicini ulteriormente mi ha amareggiato.

Non mi vergogno nell’ ammettere che ad alcuni ho gridato ‘vergognatevi’… e di questo mi scuso, non è da me.

Successivamente ho saputo che per i professionisti esiste una deroga. Non sono d’accordo, dopo quel che ho scritto sopra, ma le regole sono abituato ad osservarle.

Vedrei cosa giusta, caro Carlo Gugliotta, che tali professionisti durante i loro legittimi allenamenti siano quantomeno seguiti da un’ammiraglia, di modo che la gente che non sa, ne venga subito resa edotta.

Perché ripeto…. la situazione è grave.

E non serve che ve lo dica un semplice soccorritore come me.
Grazie a tutti. Mi scuso per il mio intervento, e mi scuso ancora per aver detto frasi volgari a chi aveva tutti i diritti di essere in quel momento sulla strada ad allenarsi.