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ONORE ALL’ITALIA SU PISTA, MA IL PROBLEMA MONTICHIARI E’ ANCORA DA RISOLVERE


Complimenti a Marco Villa. Non possiamo iniziare questo articolo senza nominare il commissario tecnico azzurro della nazionale su pista. Il suo merito è importantissimo: aver portato la nostra nazionale, sia maschile che femminile, ad essere di nuovo una delle più competitive al mondo all’interno dei velodromi.

I complimenti devono essere rivolti anche a tutti i ragazzi e le ragazze che continuano a praticare il ciclismo su pista. In un mondo nel quale la multidisciplina viene tanto decantata ma sono pochi i tecnici che permettono di praticarla a tutti gli effetti, bisogna togliersi il cappello davanti a corridori che decidono di dedicarsi a pieno regime anche a questa attività.

Viviani, Ganna, Bertazzo, Scartezzini e Lamon gareggiano da anni con l’obiettivo di migliorarsi sempre di più. Il loro merito è sicuramente quello di non aver mai mollato, e mi riferisco soprattutto a Viviani e a Ganna, i quali, pur correndo in due squadre su strada che hanno un calendario molto ricco di appuntamenti ai quali partecipare, riescono comunque a fare non bene, ma di più. Letizia Paternoster, Elisa Balsamo, Marta Cavalli e Silvia Valsecchi sono 4 ragazze che possono aspirare a fare molto bene in vista di Tokyo 2020, e sulla loro prestazione bisogna dare merito anche al ct Dino Salvoldi: la scelta di guidare sia la nazionale femminile su strada che su pista si è rivelata vincente.

I problemi, però, non mancano. Gli azzurri, prima di volare per l’europeo di Glasgow, hanno dovuto fare una rifinitura all’interno del velodromo Vigorelli di Milano, storica struttura ma ormai obsoleta rispetto agli standard mondiali. Purtroppo, il pasticcio di Montichiari non ha permesso ai nostri portacolori di fare gli ultimi allenamenti nel Velodromo Fassa Bortolo, la vera casa del ciclismo su pista azzurro.

Prima le infiltrazioni di acqua che rovinano il tetto e il parquet sul quale si gareggia, poi la mancanza del certificato antincendio, con conseguente apposizione dei sigilli da parte della questura. Nei giorni scorsi il Coni ha deciso di dare un finanziamento per sistemare la questione del velodromo, ma si riuscirà ad aggiustare tutto per la fine di agosto, quando si dovranno svolgere proprio a Montichiari i campionati europei Juniores e Under 23 su pista? Anche perchè negli ultimi tempi è emerso anche il problema relativo agli accessi per le ambulanze: al velodromo, in sostanza, non ci sarebbe uno spazio per loro.

Pietro Bregoli, presidente del Gc Monteclarense Bregoli, che ha tenuto in gestione il velodromo fino al dicembre 2016, esprime tutta la propria rabbia: “Qui si è allenato Elia Viviani in vista delle Olimpiadi di Rio De Janeiro, dove ha vinto l’oro nell’omnium. Lo abbiamo fatto pur avendo ben presenti le criticità dell’impianto, che sono venute a galla fin dall’inizio. Puntualmente le abbiamo segnalate agli enti di riferimento, e ci siamo anche dati da fare per poter svolgere allenamenti e manifestazioni agonistiche nonostante i disagi. Siamo davvero rammaricati per la situazione attuale. Cosa fare per riportare il Fassa Bortolo a livelli decorosi? Non sta a noi indicare la strada, anche perché quando l’abbiamo fatto non siamo stati ascoltati”.

Basterà il finanziamento del Coni a risolvere tutti questi problemi? E in quanto tempo? Mentre aspettiamo il nuovo velodromo che sarà costruito a Spresiano, in provincia di Treviso, gli azzurri dovranno fare (purtroppo) ancora una volta di necessità virtù. L’obiettivo, da parte delle istituzioni, è quello di non fare figuracce in vista degli Europei Juniores e Under 23: se non dovessero essere svolti a Montichiari la perdita d’immagine sarebbe decisamente clamorosa.

 

A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine

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