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IVAN DEGASPERI

IVAN DEGASPERI



Ivan Degasperi è un corridore trentino dalla longevità agonistica impressionante: un passato tra i professionisti (con LPR, Flaminia e Diquigiovanni) e un presente nelle categorie amatoriali di alto livello della Mountain Bike. Dal 1993, anno del suo esordio, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Ma la passione per le due ruote è rimasta intatta

 

Ivan Degasperi, con l’anno prossimo saranno 25 anni di bicicletta. Non male come traguardo: come è sbocciata la passione per le due ruote?

Ho fatto tutte le categorie da giovanissimo fino al professionismo su strada, poi ho gareggiato tra gli élite della MTB ed ora eccomi tra i Master. È iniziato tutto per “colpa” o per merito di mio padre, appassionato e praticante che, in omaggio al “cannibale”, ha pure chiamato Eddy il suo primo figlio.

 

Quali sono le sue caratteristiche tecniche?

Diciamo passista/ scalatore, in sintesi (ride, n.d.r.) vado piano un po’ dappertutto!

 

Lei è stato uno dei “pochi eletti” in grado di vincere la prestigiosa Coppa d’Oro. Quanto valeva un successo del genere?

Valeva e vale tuttora abbastanza! Nella categoria allievi è “La Corsa” per eccellenza, infatti vale più di un titolo italiano. In alcuni momenti è stato anche un peso averla vinta, ma comunque resta e resterà sempre un’emozione e una soddisfazione unica. Basti pensare che nell’albo d’oro ci sono nomi come Saronni, Bugno, Basso, Ulissi solo per citare i più conosciuti.

 

Poi il passaggio tra i professionisti con 4 anni di permanenza tra i big. Pochi risultati di rilievo, nessuna vittoria: cosa le è mancato per sfondare?

Non andavo male e, grazie ad Omar Piscina, sono passato professionista. Probabilmente non sarei comunque mai riuscito a sfondare, ma avrei potuto ritagliarmi uno spazio per lavorare per i più forti, come gregario, cosa apparentemente più semplice. Però questo è un ambiente dove serve anche tanta fortuna per trovare dei capitani e dei contratti validi. Inoltre a quel tempo non ero concentrato a livello psicologico: e la testa in questo sport conta molto.

 

La mountain bike è stata la sua naturale trasformazione. Un titolo italiano marathon di categoria e, soprattutto l’oro ai mondiali in terra norvegese, a Lillehammer nel 2014: qui il bilancio è positivo?

Sì, la MTB è sempre stata una passione nei ritagli di tempo, poi nel 2008 ho deciso di dedicarmi totalmente alle ruote grasse. Nella decisione ha influito anche l’inizio del lavoro nell’azienda famigliare e quindi la necessità di dedicare meno tempo agli allenamenti. Dopo i primi anni di rodaggio sono riuscito a prendermi delle belle soddisfazioni: tre titoli italiani Marathon (Etna, Bergamo e Verona 2016), un mondiale in Norvegia e l’argento ad Andorra in Spagna nel 2015. Non mi lamento, ora rimane una passione quindi va bene così.

 

Ivan Degasperi con la maglia di leader Trentino Mtb ( foto by Newspower.com)

 

Nel 2016 ha cercato di bissare il successo iridato, complice il mondiale a due passi da casa, in Val di Sole. Impresa che non è riuscita, ma che non è stata poi così male. Rimpianti?

Nessun rimpianto! Ho fatto tutto quello che potevo fare, a cominciare dalla preparazione; forse sarebbe stato meglio non disputare la Transalp perché, essendo un’altra specialità, può avermi penalizzato, ma è veramente una bella gara e, avendo la possibilità, ho deciso di farla comunque. Al mondiale eravamo rimasti io ed il francese al primo giro poi non ho capito bene cosa mi sia successo, credo di aver preso una botta alla gamba destra in cima alla seconda salita e questo mi ha messo fuori gara per un paio di giri. Poi sono riuscito a riprendermi e chiudere con un onorevole quarto posto. Devo però essere onesto e vi dico che avrebbe vinto comunque lui, ma io avrei potuto giocarmi almeno il podio. La MTB però è così e bisogna accettarlo: una volta la sfortuna capita a me, una volta all’avversario.

 

Scorrendo il suo curriculum sportivo si notano una serie di vittorie nella sua categoria impressionante: dove trova la motivazione e quanto e come si allena?

La motivazione è data dal fatto che mi piace pedalare e fare sport e la vedo con un’altra ottica rispetto a quando lo facevo per lavoro, sono meno sotto pressione. Si è vero, ci sono parecchie vittorie di categoria, ma nelle gran fondo corro spesso puntando a fare bene nella classifica assoluta. Mi alleno nei ritagli di tempo e, avendo sempre orari spezzati e non regolari, esco spesso da solo. Non riesco a fare molte ore ma preferisco fare tecnica e divertirmi su percorsi, tecnici e nervosi sopra Trento.

 

Ivan Degasperi  campione del mondo  marathon 2014 a Lillehammer Norvegia

 

Qual è il suo impiego lavorativo?

Lavoro in una cooperativa sociale come autista noleggio con conducente. In inverno aiuto i miei genitori nell’azienda famigliare Trentino Erbe, per i mercatini di Natale.

 

Sta per arrivare il 2017: cosa chiediamo al nuovo anno?

A gennaio arriverà la mia bimba con la mia compagna Linda e questa sarà la mia vittoria più importante! Per quanto riguarda l’ambito sportivo cambierò team. Dopo 6 anni a Verona tornerò in Trentino dove con un gruppo di amici stiamo costruendo una bella squadra con S.C. Ala – Norco – Giuliani Bike. Spero così di avere modo di sfruttare la mia esperienza e magari, nei prossimi anni, fare qualcosa di più importante.

 

Se potesse tornare indietro, per esempio al tempo del professionismo, cambierebbe qualcosa o rifarebbe tutto ciò che ha fatto?

Purtroppo ormai non si può fare più nulla, ma non nego che sarebbe stato bello partecipare al Giro d’Italia o fare esperienza in qualche squadra straniera.

 

A cura di Paolo Mei Copyright © INBICI MAGAZINE

 

nella foto di copertina Ivan Degasperi in azione – foto by Alessandro Billiani

 

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