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LIMAR, IL TEST DI UN CASCO E UN OCCHIALE PER IL GRAVEL E NON SOLO


Si chiama Air Stratos ed è l’ultimo arrivato nella famiglia che Limar contraddistingue con la sigla “Air”, appunto a ricordare il grosso investimento che questo gruppo di caschi fa dal punto di vista dell’aerodinamica e della ventilazione. In pratica, l’Air Stratos appartiene alla stessa famiglia di cui fa parte l’Air Pro, quello utilizzato dai corridori professionisti e che non di InBici avevamo presentato e testato qui.

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Come tutti i caschi Limar, anche Air Stratos è distribuito in Italia dalla Ciclo Promo Components, che appunto ce lo ha inviato per effettuare questo test di durata, che abbiamo condotto durante tutta la scorsa estate, compresa anche più di una escursione in gravel, come ad esempio l’Italian Gravel Trophy dello scorso settembre. Abbinamento perfetto per l’Air Stratos è stato l’occhiale Caos, anche questo di produzione Limar (che per chi non lo sapesse oltre ai caschi produce anche apprezzati occhiali), anche questo dedicato principalmente al gravel biking e anche questo utilizzato sempre in abbinata con l’Air Stratos durante i nostri test.

Per i dettagli tecnici e le specifiche tecnologiche su questi due prodotti vi rimandiamo al nostro video; qui ci concentriamo piuttosto sulle impressioni che abbiamo percepito nell’utilizzarli.

Dunque, l’Air Stratos che ho testato era in misura L, la maggiore di un’offerta che oltre a questa Large (57-61 cm) prevede anche la Small (53-57 cm). Per me che ho un giro testa di 59 centimetri la taglia L è stata perfetta; e per di più vi ho ritrovato la medesima forma interna della calotta – con una curvatura costante lungo tutto l’emisfero – che avevo già trovato sull’Air Pro. A ottimizzare ulteriormente la calzata ci ha poi pensato il sistema di regolazione Air Fit, anche questo collaudato, che oltre a quella in senso orizzontale consente anche di personalizzare la calzata in senso verticale, con tre posizioni sulle quali è fissabile la fibbia di contenimento che poggia sulla nuca. Unico piccolo neo del sistema Air Fit, il fatto che la rotella di gestione è un po’ troppo piccolina: non so, ma forse sarà un po’ più difficile da manovrare quando in inverno indosserò i guanti lunghi e pesanti.

Passiamo all’aspetto estetico e di design, che sappiamo essere prerogativa molto ricercata dai praticanti: in questo senso l’Air Stratos si allinea al family feeling che contraddistingue molti dei caschi della famiglia Air: troviamo dunque linee molto filanti e “fascianti” sulla testa, che non producono ingombri eccessivi e mantengono profili molto “discreti”.

Ad alleggerire l’estetica (e come vedremo non solo questa) provvedono inoltre le quindici ampie feritoie disegnate sula calotta in Eps: in particolare quelle sul davanti – ovvero le più esposte all’aria che impatta frontalmente – sono tre, coadiuvate da due “bocche” più piccoline sul margine inferiore, che vanno direttamente a refrigerare la fronte. Questa teoria di feritoie crea un vero e proprio vortice regirgerante, che comunica direttamente con le altrettanto generose porte (tre in tutto) poste in zona occipitale. Proprio in questa area la porzione in Eps si estende a coprire una buona parte della nuca, esattamente come accade per i caschi con matrice più espressamente off-road. È soprattutto in questo senso che l’Air Stratos ha una connotazione gravel, ovvero adatta anche a contesti sterrati o, perché no, ai single track facili. Ciò non toglie che il design affusolato e aerodinamico assicura a questo casco di non sfigurare certo in contesti stradisti “puri”.

A livello tecnico, quel che di più ci ha stupito favorevolmente dell’Air Stratos è stato il peso: solo 239 grammi, davvero un peso “piuma” se per di più si considera la valida costruzione con doppia tecnologia In-Mold impiegata per accoppiare l'”anima” in Eps alle due calottine in policarbonato, quella utilizzata sula porzione alta e quella che cinge la porzione perimetrale del casco.

Qualche nota sulle imbottiture interne: sono anallergiche e antibatteriche come non può non essere su un casco di questo livello; per di più, diversamente da quel che accade in genere sui caschi, sono molto estese e grandi, in modo da migliorare ulteriormente il comfort e interfacciare al meglio la calotta in epa con la calotta cranica.

Il prezzo? Davvero competitivo: l’Air Stratos costa solo cento euro, con tutta questa versatilità, tutta questa tecnologia, tutto questo design e tutta questa leggerezza si tratta di un prezzo davvero molto interessante.

Qualche impressione infine per gli occhiali Caos: diversamente dal casco questi non sono certo occhiali “piuma” (39 grammi), ma in fondo per un paio di occhiali con destinazione e matrice prettamente off road la leggerezza non è di certo la prima prerogativa da ricercare.

Molto meglio, invece, pontare sulla maggiore ampiezza possibile del campo visivo, sulla protezione completa da detriti o polvere, sulla stabilizzazione perfetta anche quando si transita su terreni sconnessi o “scomodi”. Ecco, per tutti questi aspetti il Caos offre il meglio delle caratteristiche tecniche, lui e la sua generosa monolente che fascia perfettamente il viso, lui e la sua montatura “full frame” che assicura sicurezza e stabilizzazione, lui e il suo nasello e i suoi terminali in gomma che lo fanno aderire perfettamente al volto. In più, la lente aggiunge anche due piccoli fori nella parte bassa, che impediscono la possibilità di appannamento e non da ultimo danno un certo refrigerio nella giornate più calde. Prezzo? Cento euro anche per questo; e se si considera che include anche una lente trasparete utile per pedalare nella penombra, anche in questo caso si può dare un feedback più che positivo.

Ulteriori informazioni: Ciclo Promo Components

a cura di Maurizio Coccia ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine

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