LOMBARDIA

La Classica delle foglie morte giunge all’edizione numero 111: sabato 7 ottobre è il momento de Il Lombardia 2017, ultima Classica-Monumento della stagione.

 

Sarà l’occasione per una rivincita Mondiale due settimane dopo l’appuntamento di Bergen, l’occasione per eleggere il successore di Esteban Chaves in un albo d’oro che vanta tantissimi nomi eccellenti. Il detentore del maggior numero di successi è Fausto Coppi (cinque volte primo), l’ultima affermazione azzurra è quella di Vincenzo Nibali nel 2015.

 

 

PERCORSO. Da Bergamo a Como: 247 km e oltre 4000 metri di dislivello. Si conferma la più dura delle cinque Monumento Il Lombardia, che presenta sei salite ed un finale che promette spettacolo. Un percorso che ricalca quello proposto nel 2015, anno in cui fu lo Squalo dello Stretto ad imporsi con la maglia di campione nazionale.

Dopo la partenza dalla Città dei Mille, si attraversa per i primi 50 km la pianura bergamasca, prima di risalire fino a Casazza, dove è posto il primo GPM, il Colle Gallo (dislivello 445 metri, 7.4 km al 6%), con la sommità posta dopo 56 km di gara. Dopo la discesa si ritorna nuovamente nella località di partenza, per poi procedere con un nuovo lungo tratto pianeggiante che conduce fino al Colle Brianza (530 metri).

 

 

Siamo al km 115 di gara e, da qui in avanti, di pianura ne rimane ben poca: continui saliscendi attraverso Oggiono, Pusiano, Asso, Onno e Bellagio, conducono la carovana verso lo storico GPM della Madonna del Ghisallo (532 metri), salita lunga 8.5 km con una pendenza media del 6.2% e massima del 14%. Questa precede immediatamente l’altra storica vetta del Lombardia, la Colma di Sormano (1124 metri), che si conclude con il terribile muro di 2 km dalle pendenze fino al 25%.

Trascorsi, finora, 200 km, si scende verso Nesso, si affronta un breve tratto pianeggiante fino a Civiglio (406 metri, 4.2 km con pendenze intorno al 10%), si sale sull’ultima salita di San Fermo della Battaglia (195 metri, 2.7 km di lunghezza con percentuali medie del 7.2), posta a soli 5 km all’arrivo. Da qui è discesa che termina fino ai meno mille: con un vantaggio anche esiguo, chi scollina in testa in cima può arrivare fino al traguardo.

 

fonte  mondiali.net – Andrea Fragasso