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DOSSIER SPORT E MEDICINA 3

DOSSIER SPORT E MEDICINA



L’attività di riabilitazione motoria e funzionale in acqua non sostituisce le comuni tecniche riabilitative ma, avvalendosi delle proprietà e caratteristiche dell’ambiente acquatico, integra e completa il percorso di recupero del paziente.

Canale InBici Media Group

 

Ancora oggi l’attività in acqua è vista con una certa diffidenza da diversi pazienti che, ancora legati al concetto comune di fisioterapia, hanno un approccio scettico con questo metodo fino al momento in cui si sottopongono alla prima seduta e si accorgono della facilità dei movimenti e dell’assenza del dolore.

Esercizi che fuori dall’acqua sarebbero improponibili a causa della presenza di gravità, eseguiti in acqua in situazioni di scarico tendenzialmente antigravitaria, appaiono più semplici.

 

In cosa consiste la riabilitazione in acqua?

Sulla base della mia esperienza, vorrei precisare che non è sufficiente fare eseguire dei movimenti in piscina per credere di compiere una riabilitazione, ma è necessario attuare dei protocolli di lavoro che permettano, in occasioni di traumi e/o infortuni di vario tipo, una più rapida ripresa dei movimenti ed un recupero più efficace. Affinché il lavoro così concepito possa essere correttamente eseguito è fondamentale che la piscina sia strutturalmente adatta, dotata di attrezzatura e sussidi che permettano il galleggiamento anche delle persone che non sanno nuotare, la temperatura dell’acqua sia calda (circa 33°/34°).

E’ indispensabile  la conoscenza delle nozioni di fisiologia e di anatomia per conoscere in modo approfondito la patologia del paziente, i suoi sintomi ed i suoi segni clinici. Di non scarsa importanza è la valutazione del paziente, le sue caratteristiche e il suo  rapporto con l’acqua.

 

 

Il paziente viene sempre seguito dal fisioterapista?

Certo, il ruolo del fisioterapista è quello di indicare al paziente la corretta esecuzione dei movimenti, controllandone l’ampiezza, la velocità, la direzione; il tutto nel rispetto dei tempi biologici del recupero dei tessuti offesi e con attenzione al paziente incoraggiando i più insicuri e moderando quelli troppo energici.

L’attività del terapista non si esaurisce nel momento della seduta, ma il suo compito sarà anche quello di educare il paziente, in riferimento alla sua patologia, favorendo così una continuità di movimenti positivi durante l’arco della giornata.

 

 

Quali sono i vantaggi del lavoro in acqua?

I vantaggi offerti dall’acqua sono molteplici: in primo luogo la riduzione della forza di gravità, tale situazione di scarico favorisce uno stress endoarticolare minore che permette un maggior controllo del dolore, consentendo una più precoce mobilizzazione della zona interessata creando così nel paziente anche maggior fiducia nel buon esito del recupero. In secondo luogo l’effetto pressorio dell’acqua stimola il recupero degli edemi e la giusta temperatura porta ad un rilassamento muscolare. La possibilità di mobilizzazione precoce, la maggiore escursione articolare, il maggiore controllo dei movimenti, contribuiscono così a creare i presupposti per un ritorno graduale, ma rapido e sicuro alle normali condizioni fisiologiche.

 

Fonte  Dr. Maurizio Radi – Fisioterapista  – centro Fisioradi Pesaro www.fisioradi.it

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