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immagini di repertorio

IL DISTANZIAMENTO SOCIALE DEVE VALERE ANCHE TRA AUTOMOBILISTI E CICLISTI: PRIMI MORTI SULLE STRADE


Da oggi, 4 maggio, è possibile di nuovo allenarsi in bicicletta e, più in generale, praticare sport individuale in tutta Italia. E, purtroppo, siamo costretti anche ad annotare i primi incidenti sulle strade, che ci fanno porre una domanda: se viviamo in un periodo di distanziamento sociale, dettato dal pericolo di contagio da Coronavirus, perché il distanziamento non ci può essere anche tra automobili e biciclette?

Canale InBici Media Group

Il primo grave incidente è avvenuto a Roma, in zona Boccea: è accaduto il 3 maggio, quando l’Italia era ancora in lockdown. A quanto si apprende, questo signore di 64 anni era uscito per fare degli acquisti. Purtroppo, non c’è stato nulla da fare: l’automobilista è scappato, e il ciclista è morto sul colpo.

Anche oggi, primo giorno dopo la riapertura, un 36enne ha riportato un grave trauma cranico,investito da un automobilista mentre stava pedalando a Bergamo Alta, non è in pericolo di vita. E un altro ciclista è ricoverato in gravi condizioni a Campobasso, sempre con la stessa dinamica. Speriamo che l’elenco degli incidenti finisca qui, ma nutriamo dei dubbi.

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3 Commenti

  1. Purtroppo vedo troppa gente che traffica con il cellulare mentre guida, e ovviamente non guarda dove sta andando. Successo proprio ieri mattina mentre ero in bici, una macchina che procedeva in senso contrario, ha invaso la corsia dove viaggiavo e guarda caso stava guardando il cellulare. Per fortuna avevo spazio alla mia destra altrimenti non so come andava a finire. Ciao e buone pedalate a tutti.

  2. L’odio verso la categoria da parte di certa gentaglia era cosa stranota, questa clausura obbligata non ha fatto altro che aumentare ancora di più la necessità di sfogarsi.
    Chi pensavate che fosse tutta la gentaglia che segnalava runner o ciclisti e gli inveiva contro prima del lockdown?
    Sarebbe ora di dire alzare la posta inasprendo le pene fino al tentato omicidio, perché se mi fai secco è omicidio stradale, se non lo fai è tentato.

  3. Neanche finito di tornare su strada con le voci e ci è già scappato il morto. Inutile, automobilisti italiani non impareranno mai ad avere rispetto dei altri utenti della strada

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