L’osservatorio sul mondo delle due ruote. Le tendenze e le nostre considerazioni su ciò che propone il mercato
Rispetto a quello delle e-mountain bike il mercato delle e-road bike, ossia delle bici da corsa a pedalata assistita, è partito sicuramente in sordina e ha prodotto numeri molto inferiori.
Negli ultimi mesi, però, questo segmento sta crescendo in maniera significativa, proponendo modelli e nuovi standard tecnologici. La crescita delle e-road bike è un altro inequivocabile segnale di quanto il mercato dell’elettrico sia il vero e proprio polmone che alimenta l’industria ciclistica mondiale. Sempre più aziende, infatti, propongono tecnologie e standard tecnologici innovativi, avvicinando segmenti di pubblico fino a ieri estranei a questa disciplina.
I presagi di alcuni dicono che l’industria del ciclo subirà un duro colpo quando i grandi gruppi industriali dell’automotive e della motocicletta metteranno le mani su questo che è indubbiamente il business del futuro, proponendo la loro tecnologia e i loro sistemi sulle e-bike del domani e facendolo forti di una forza economica che il “povero” mercato della bicicletta non saprà contrastare.
La nostra modesta opinione? Crediamo che per realizzare una perfetta e-bike non serva solo saper produrre validi sistemi di alimentazione o efficienti batterie, ma serva prima di tutto sapere che cosa è una bicicletta, come questa va configurata e quali sono i fondamentali per realizzare un telaio che si abbini nel modo migliore al suo sistema di alimentazione assistito e alla sua batteria.
Abbiamo dei subbi che chi le biciclette non le ha mai costruite possa velocemente far proprio questo know-how oppure possa acquisirlo semplicemente perché ha i soldi e sa fare buoni motori. Quel che è certo è che, ad oggi, le numerose nuove proposte che arrivano nel segmento dell’elettrico sono quasi tutte provenienti da case che hanno una tradizione ciclistica e non stanno arrivando certo da altri “mondi”.
Qualche esempio? La e-road bike che da noi in Italia ha la maggiore visibilità è di sicuro la bellissima Pinarello Nytro, ma possiamo anche parlare della Bianchi Impulso, della Cube Agree Hybrid o della Focus Project Y, giusto per menzionare qualche esempio di e-bike sulla quale il sistema di alimentazione si abbina perfettamente all’architettura, al design e alla configurazione “classica” della bicicletta da corsa.
Non per essere “ciclocentrici”, per carità, ma abbiamo qualche dubbio che i grandi gruppi dell’automotive piuttosto che della motocicletta sapranno realizzare in futuro delle biciclette così funzionali e, allo stesso tempo, così belle.
Le ruote più costose al mondo
La nuova Fernweg Disc della tedesca Lightweight è una ruota che a molti potrebbe sembrare bizzarra o quanto meno curiosa: il cerchio, alto 70 millimetri, realizzato in carbonio e destinato al montaggio con i copertoncini, è compatibile con freni a disco: sono caratteristiche tecniche decisamente fuori dall’ordinario o, almeno, fuori dalle richieste che propone oggi il mercato di massa.
Proprio così, questo altissimo profilo che svetta all’interno della collezione Lightweight è nata semplicemente perché, a metà 2017, un rivenditore di Dubai doveva assecondare la richiesta di un sultano locale, che al suo negoziante di fiducia aveva chiesto proprio una ruota con caratteristiche simili.
Il risultato è questa filante ruota che, alla stravaganza delle sue specifiche tecniche, aggiunge un prezzo al pubblico altrettanto fuori dal comune: con quasi settemila di euro la coppia le Ferneeg Disc sono le ruote di serie più costose al mondo. Sicuramente non è questo un problema per il ricco sultano di Dubai che per primo le ha potute utilizzare…
Nonostante il profilo altissimo le Fernweg Disc hanno comunque in peso totale da urlo: solo 1865 grammi la coppia. E probabilmente anche questo è uno dei migliori al mondo se si considera la categoria di ruota di cui abbiamo appena parlato.
a cura di Maurizio Coccia – Copyright © INBICI MAGAZINE
Sì, certo
Ma per cortesia giochiamo a essere chiari fino in fondo. Io le ho provate e studiate di tutte, e ancora devo trovare quella ideale.
Dunque: Bianchi Impulso, Synapse Neo e in genere tutte quelle che appartengono a quella categoria hanno batteria e motore potenti, e garantiscono buona autonomia, anche perché i livelli di assistenza sono più numerosi e ben graduati; ma sono ingombranti e pesantissime, e con il limitatore a 25 all’ora non puoi sognarti di metterti dietro un gruppetto che viaggia ai 30-35 al’ora e più in pianura-falsopiano, perché ti sfinisci.
Il gruppo Pinarello-Focus-Cube-Bottecchia-Bikele in genere quelle equipaggiate con motore Fazua (il Bafeng della De Rosa non lo conosco, ma so che è quello che i cinesi usano sulle minibici da città che vanno da sole…) presentano vantaggi (poci) e svantaggi (a mio modesto parere, di più). Il vantaggio: sono più leggere, e il corpo batteria-motore è un blocco unico che si monta in un alloggio sul tubo obliquo; tolto il corpo motore, l’alloggio può essere chiuso da un leggerissimo coperchietto, e ti ritrovi a pedalare in pratica con una bici muscolare. Che però, attenzione, non è leggerissima: la Focus arriva a 9 kg, ma solo nel caso del top di gamma che costa 10.900 euro. Ma quel che conta è che la batteria da 250 mAh non garantisce grande autonomia, e il motore Fazua offre rendimento più basso rispetto agli altro (detto anche dai rivenditori, ne ho parlato a diversi stand a Cesenatico), e oltretutto i livelli di assistenza sono di meno, e quindi meno graduati, e se su una salita dura arrivi al massimo, la batteria dura pochissimo.
Io ne ho avuto la prova provando il percorso della GF Versilia con una Focus non top di gamma: pur non avendo chiesto mai il massimo dell’aiuto, al termine del Passo del Vestito, terza salita del giro di 90 km, la batteria era quasi esaurita, e non ho potuto completare il giro previsto, lasciando fuori l’ultima salita. In totale, ho salito 1.500 dei 1900 m di dislivello progettati. Quindi, il giro del Sella Ronda si fa a malapena, le salite importanti queste non le reggono.
Aspetto replihe