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Nino Schurter

IL PUNTO SUL FUORISTRADA: MTB, L’ANNO CHE VERRA’


La  stagione riparte a metà del quadriennio olimpico. Scopriamo i protagonisti più attesi a livello maschile nel cross-country olimpico. Dietro alla solidità di Nino Schurter, scalpita il talento del crossista Mathieu Van Der Poel. E gli italiani? Sognano in grande

L’inverno è passato, anche abbastanza in fretta, nonostante gli ultimi giorni di febbraio siano stati caratterizzati da temperature molto rigide. Il mondo del fuoristrada è in fermento, quanto quello delle ruote strette. Proviamo allora ad anticipare quali saranno i possibili protagonisti sugli sterrati, partendo dalla categoria maschile.

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Le ultime annate, non solo quella passata, hanno evidenziato lo strapotere di un personaggio su tutti: Nino Schurter. L’allievo (forse sarebbe meglio parlare di… alieno) di Thomas Frischknecht nel 2017, subito dopo i cerchi olimpici conquistati nel 2016, si è accaparrato il mondiale e la coppa del mondo, andando a vincere tutte le prove e stabilendo così un record difficilmente eguagliabile. E’ sin troppo facile prevedere un 2018 roseo per Nino, ma proviamo a capire chi potrebbe impensierire lo svizzero della Sram Scott.

Guardando alla classifica di coppa o all’esito degli ultimi mondiali, l’uomo più pericoloso potrebbe essere ancora una volta Jaroslav Kulhavy. Il ceco della Specialized, oro olimpico 2012 e già campione del mondo nel 2011, sembra essere abbonato ai secondi posti (nelle ultime edizioni dei mondiali e ai Giochi di Rio). Se le vittorie sembrano latitare, va detto che quando “Jaro” azzecca la giornata diventa pericoloso. Non è sembrato in grado di battere Schurter, ma ha trascorso un inverno ricco di uscite in bici anche sulla neve e con temperature proibitive. Tokio 2020 potrebbe essere l’ultima occasione per uno dei biker più bravi a programmare i grandi eventi.

 

Bianchi Countervail 2017 – 07/02/2017 – Marco Aurelio Fontana (ITA – Bianchi Countervail) – photo Luca Bettini/BettiniPhoto

Alle spalle di questi due lo scenario è particolare: da una parte la vecchia generazione guidata dal vecchio Julien Absalon, pluricampione del mondo, plurivincitore della Coppa e ovviamente anche campione olimpico, per ben 2 volte. Il francese è alla sua ultima stagione e, francamente, non sembra sul livello dei due precedenti, nonostante abbia nelle gambe un ultimo giro che forse nessun altro ha.

Il campione d’Europa Florian Vogel, dopo un inverno non semplice a causa di un contratto che Focus gli ha rinnovato solo a febbraio, si annuncia come un osso duro ma certamente non così capace di sbancare negli eventi più importanti. Maxime Marotte rappresenta la certezza del buon risultato ma, oltre al podio in coppa in classifica generale, all’esponente della Cannondale mancano ancora gli acuti per la definitiva consacrazione. Il suo compagno di team, Manuel Fumic, pare essere proiettato verso il finale di carriera, con ancora ottime possibilità di ben figurare tra i big, ma onestamente non lo vediamo in grado di vincere in coppa o ai mondiali.

C’è grande attesa per la stagione di Thomas Litscher: lo svizzero, dopo essere stato iridato junior, aveva deluso le aspettative, ma il terzo posto ai mondiali australiani fa decisamente ben sperare: potrebbe essere una delle sorprese. Tra gli altri personaggi di alta classifica, occhio al francese targato Bianchi Stephane Tempier. Ottima persona, coi piedi per terra e uno stile particolare che lo porta spesso all’uso del fuori sella, Tempier è stato il migliore, dopo Nino, nella seconda parte di coppa nel 2017, per fallire clamorosamente l’Europeo (che sembrava alla sua portata) e il mondiale. Potrebbe stupire.

Andrea Tiberi – foto mtbcult.it

 

Tra i giovani attenzione a Jordan Sarrou, 3° nella generale di coppa, la cui continuità ad alti livelli pare essere molto promettente. Viktor Koretzky, francese come Sarrou e forse più tecnico, è atteso ad alti livelli ma deve fare il risultato per crederci. Gli spagnoli potrebbero fare bene con David Valero che ha sfiorato l’Europeo, mentre a tenere alto il livello dei carioca, ci penserà il brasiliano Enrique Avancini, che va considerato come outsider.

Ma tutti i succitati big dovranno fare attenzione, Shurter compreso, alla stella del ciclocross: Mathieu Van Der Poel. Nipote di Raymond Poulidour, figlio del grande Adrie, fratello di David, ha la bici nel sangue. Se ad oggi, Kulhavy escluso, pare difficile trovare l’antagonista dello svizzero, questo olandesino classe 1995 – vincitore in ogni luogo nel cross (tranne che al mondiale vinto da Van Aert) – merita una particolare attenzione. Campione europeo e protagonista della stagione, non ha usato mezzi termini per dichiarare che il suo obiettivo sarà la medaglia olimpica a Tokyo nella MTB. A giudicare da quanto dimostrato ad aprile e maggio 2017 in coppa, potrebbe essere proprio lui il vero “contender” di Nino. I numeri, tecnici e fisiologici sono dalla sua parte, così come l’età. La tecnica che ha sulla bici è sublime, la capacità di guida sul fango non ha eguali, tuttavia ha un problema: quello mentale. Nonostante tutto, pare subire troppo la pressione (di Van Aert in particolare, ma comunque di chi lo precede in corsa) quando le cose non vanno nel verso giusto. Dovrà lavorare e parecchio sulla componente psicologica, ma noi ci sentiamo di dire che sarà lui la vera sorpresa dell’anno.

 

Jaroslav-Kulhavy- Credit-Michal-Cerveny

 

Dietro questi big, si sta concretizzando la nuova generazione, con la Specialized guidata dal neozelandese e campione del mondo Under 23 Samuel Gaze, un singolare oceanico dalla classe innata e il giovanissimo, classe 1997, Simon Andreassen: il danese sembra però essere ultimamente più attento ai social e ai media che alle corse, nonostante abbia grandi numeri. Tra i giovani del futuro c’è chi scommetterebbe sul figlio di Frischi, Andri Frischknecht, quasi pronto a sbarcare tra i big.

Gli italiani li abbiamo lasciati per ultimi, volutamente. Allo stato attuale, l’uomo che sembra poter fare il colpaccio a livello internazionale è Gerhard Kerschbaumer. Seppur discontinuo, l’altoatesino ha dimostrato nel team Torpado di essere tornato ai massimi livelli. Già campione del mondo Under 23 e prima ancora anche Junior, nel 2017 ha vinto il titolo nazionale XCO e soprattutto ha centrato il podio a Mont Sainte Anne in Canada. Ha nelle gambe, come Absalon, un finale di gara da fuoriclasse.

Gioele Bertolini, dopo una buona stagione nel cross, ha vinto subito a fine febbraio in maglia Focus l’internazionale di Verona MTB, candidandosi al ruolo di protagonista. Tecnico, tattico, capace e spregiudicato, il valtellinese potrebbe magari accusare la stanchezza del cross, ma è pur vero che nel 2017 ha vinto l’europeo Under 23 e anche in inverno aveva corso i cross. Diciamo che potrebbe provare l’assalto a un podio in coppa del mondo.

Mathieu Van der Poel – Bettiniphoto

 

I gemelli Braidot, Luca e Daniele, saranno certamente due personaggi da non sottovalutare, sia per continuità che per affiatamento e tenacia. Molto bravi tecnicamente, molto vicini anche nei risultati, possono con Luca soprattutto puntare anche a qualche podio in coppa (dopo il settimo posto a Rio 2016). Attenzione a Daniele, al quale i risultati importanti non sono mai mancati. La top 10 in coppa, almeno nelle prove singole, potrebbe starci.

Andrea Tiberi, 20° a Rio e campione italiano qualche stagione fa, pare essere rientrato, a 32 anni, ai suoi livelli abituali, sfiorando la vittoria a Verona. E’ uno che conosce i quartieri alti della classifica di coppa e potremmo sperare di rivederlo combattivo per una top 10, forse top 5. Nadir Colledani, passato dalla Torpado alla Bianchi, ma soprattutto dagli Under agli Elite, rappresenta una delle speranze italiane. Capace di vincere due prove di coppa a livello Under nel 2017, è anche vice campione europeo alle spalle proprio di Bertolini, a differenza del quale pare al momento più acerbo. Il suo nuovo team, la Bianchi di Gimondi e Ghirotto, servirà proprio a farlo maturare.

Lasciamo per ultimo, volutamente, Marco Aurelio Fontana. Bronzo a Londra 2012, bronzo ai mondiali 2014, il milanese di origine calabrese e residente in Emilia Romagna, sembra essere arrivato a un bivio. Dentro o fuori. Dotato di grande carisma, classe e tecnica, Marco ha attraversato un biennio molto complicato, condizionato da malanni fisici e da una forma difficile da ritrovare. E’ l’anno della verità per lui che ormai non ha le attenuanti che alcuni giovani potrebbero accampare. Se tornasse agli antichi fasti, potrebbe stupire davvero. A 34 anni, uomo immagine Bianchi, Fontana deve vincere e convincere. Se non vincerà, poco importa poiché questo ex ragazzo, oggi padre di famiglia, ha il merito di aver portato l’Italia maschile sul podio olimpico, unico nella storia azzurra al maschile.

Nel prossimo numero analizzeremo il settore femminile.

a cura di Paolo Mei Copyright © INBICI MAGAZINE

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