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CPA president Gianni Bugno - SprintCyclingAgency©2022 photo

L’ORGOGLIO DI GIANNI BUGNO PER CIÒ CHE È DIVENTATO IL CPA, L’ASSOCIAZIONE DEI CORRIDORI 


Gianni Bugno ha guidato l’associazione mondiale dei corridori Cyclistes Professionnels Associés dal 2010 e tra una settimana lascerà un sindacato che ha decisamente un peso e una partecipazione maggiore del passato. Dopo tre mandati alla testa del CPA, il due volte campione del mondo passerà il testimone ad un altro presidente in occasione delle prime elezioni online della storia del ciclismo.

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«Il sindacato dei corridori è cresciuto tantissimo. Nel 2010 esistevano solo presidente e segretario. Ora l’associazione è ben strutturata e organizzata, contano le associazioni nazionali con il presidente che fa da garante e i singoli corridori, decide la base. Abbiamo un dialogo diretto con il presidente dell’UCI, collaboriamo con le altre istituzioni e componenti del nostro movimento, siamo presenti in commissioni che quando sono stato eletto nemmeno esistevano. Non sono mai stato un presidente che si è imposto: ho democratizzato il movimento e dato voce ai corridori» commenta con orgoglio Bugno.

Con i suoi collaboratori ha tagliato tanti traguardi importanti, a partire dall’ammissione dei rappresentanti dei corridori nei tavoli di lavoro relativi alla sicurezza, ai materiali, alle questioni mediche e antidoping. Conquiste ormai date per assodate, ma che hanno richiesto un lungo lavoro politico e di relazioni, che ha permesso ai corridori di dire la loro sulle decisioni che riguardano il loro mestiere e di influenzare i vertici che gestiscono il movimento. Il CPA sotto la guida di Bugno si è aperto alle donne con il CPA Women e ha promosso la nascita di nuove associazioni nazionali permettendo a cicliste e ciclisti di avere rappresentanti sempre più vicini a loro. Ha inoltre avanzato proposte per la sicurezza in gara, il protocollo per le condizioni climatiche estreme, dato vita a una piattaforma per la gestione premi conveniente e sicura per gli atleti, ottimizzato il fondo di transizione, ottenuto un aumento del montepremi delle gare e trattato condizioni migliori per l’accordo paritario che regola i rapporti tra corridori e squadre. Ha gestito l’emergenza pandemica, le conseguenze in ambito sportivo della guerra, lottato per garantire il posto di lavoro e il rispetto dei diritti di ogni lavoratore nel mondo del ciclismo.

L’aspetto di cui va più fiero? «La riconoscenza dei corridori – risponde Bugno. – Non è facile fare il presidente. Credo di avere contribuito a dare più dignità al corridore, che oggi ha un miglioramento globale della condizione assistenziale, previdenziale e dello stipendio. Con l’UCI si parla e si dialoga, ci ascoltano perchè senza i corridori non ci sono le gare. Noi siamo gli attori protagonisti. Mi resta l’aver fatto parte del ciclismo da quest’altra parte. Quando sei corridore, non capisci i problemi e stai sempre a criticare, è facile farlo: poi passi di qua, ti confronti con squadre e organizzatori, e capisci il loro punto di vista. Spesso bisogna trovare dei compromessi per il bene di tutto il movimento».

Il nuovo presidente del CPA verrà eletto a Milano il prossimo 17 marzo. Gianni Bugno è fiducioso che il futuro dell’associazione sarà roseo. «Ringrazio tutti coloro che in questi anni hanno prestato servizio per il gruppo. Tanti altri obiettivi sono certo verranno raggiunti da chi mi succederà – assicura Bugno. – Tra i progetti che stiamo portando avanti con Laura Mora, segretario generale dell’associazione, c’è lo sviluppo di un piano per aiutare gli ex corridori a cominciare una nuova carriera una volta terminato il ciclismo e una riforma per migliorare il trattamento dei dati sensibili degli atleti, sempre più utilizzati nel business del ciclismo e dell’Esport. Inoltre vorremmo instaurare una collaborazione tra ex atleti e organizzatori di corse minori che potranno contare sull’esperienza e il know-how dei corridori per migliorare la sicurezza delle loro corse. Lascio al mio successore tanti progetti in cantiere da portare avanti, per i quali servirà lo sforzo di tutte le parti, un dialogo costante e molta diplomazia, che io ho cercato sempre di praticare, sia all’interno che all’esterno dell’associazione, in nome del bene comune. Al nuovo consiglio direttivo auguro buon lavoro e chiedo di proseguire sulla strada intrapresa. Se continuerà ad operare nell’interesse dei corridori, non sbaglierà mai».

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