“Non voglio dire che il sangue di Marco contenuto nelle provette del 1999 sia stato contaminato: voglio però evidenziare che fino al 1999 i controlli ematici avvenivano prelevando il sangue con una sola provetta identica a quella che viene utilizzata da tutte le persone che fanno un’analisi del sangue.
La doppia provetta sigillata è stata inserita solo dal 2000 in poi”. A parlare è Marco Velo, ex compagno di squadra di Marco Pantani, ai microfoni della trasmissione di Elleradio “Ultimo Chilometro”.
“Il contenitore del sangue non era sigillato, chiunque avrebbe potuto aprirlo: purtroppo all’epoca era così per tutti – continua Velo, – al Giro d’Italia 1999 inoltre c’erano stati dei momenti di disaccordo con la Mapei, che aveva accettato i controlli dell’iniziativa Io non rischio la salute, mentre noi chiedevamo che questi controlli fossero uniformati con quelli dell’Uci. Ci sono stati dei momenti di discussione e di disaccordo con loro, ma le cose non sono mai degenerate”.
“Io dico che Marco era un talento naturale – conclude l’ex corridore -, aveva questo suo modo di fare e questo carisma che negli ultimi anni ha attirato le folle intorno a questo sport. Marco è stato uno degli ultimi veri capitani di una squadra, perchè lui voleva molto bene e coccolava le sue persone di fiducia, prima di pensare a sè stesso pensava a noi. Il suo obiettivo principale era quello di avere una squadra: a dicembre non andavamo in paesi caldi ad allenarci ma eravamo a Campiglio per stare insieme e fare gruppo. Il nostro segreto era proprio in questo, essere un gruppo di amici: ed eravamo tutti intorno a lui”.
foto BETTINIPHOTO