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MENTE IN SELLA



Schiacciati dalle attese o incapaci di gestire gli attimi salienti di una corsa: così tanti campioni buttano alle ortiche successi alla portata. Ecco qualche consiglio per evitare il flop

Canale InBici Media Group

 

Non avevo più né paura di perdere né paura di vincere, ma proprio per questo ero tranquillo” (Vincenzo Nibali). 

È passato un anno esatto da questa dichiarazione di Vincenzo Nibali, pronunciata in un’intervista al termine del Giro d’Italia 2016, tuttavia mi piace riprendere oggi le sue parole perché introducono un argomento ancora molto attuale per tanti ciclisti e sportivi.

Vincenzo Nibali, infatti, con la sua dichiarazione fece chiaro riferimento ad una FOBIA ampiamente diffusa tutt’oggi nel mondo dello sport: stiamo parlando di “NIKEFOBIA” che letteralmente può essere tradotto come “paura di vincere”.

Ma come? Ci stai dicendo che esistono atleti che hanno paura di vincere?

Proprio così! Per quanto assurdo e paradossale possa sembrare cari amici lettori, ci sono atleti che si gestiscono male in gara, si deconcentrano o vanno in tilt a poche pedalate dal traguardo perché hanno paura di vincere!

Dalla NIKEFOBIA non sono immuni neppure gli atleti professionisti, quelli che avrebbero tutte le carte in regola per giocarsi la vittoria ma che, ad un passo dal traguardo, possono “bloccarsi!” perché impauriti dalla possibilità di conquistare effettivamente un successo, una vittoria.

Ma la NIKEFOBIA non si manifesta sempre e solo ad un passo dal traguardo; la paura di vincere può manifestarsi anche molto prima dell’arrivo, inficiando la gestione della gara fin dalle prime pedalate, come racconta Nibali:Sono partito con la testa di voler strafare. Era questo il mio errore. Mi aspettavo subito qualcosa. Per questo non correvo bene, ero troppo concentrato.”

Hai presente quella CONCENTRAZIONE FORZATA ed innaturale dettata dalla paura di deludere le aspettative? È proprio questa una delle caratteristiche della Nikefobia ed è stata ben descritta dalle parole di Nibali. “Poi ad un certo punto non ho più avuto paura né di perdere né di vincere. Questa consapevolezza mi ha fatto avere un grande ruolo. Mi sono liberato dai pensieri e ho corso con la mente libera”.

 

 

 

COME SI AFFRONTA, DUNQUE, LA PAURA DI VINCERE?

Il momento della svolta è stato saper allontanare le pressioni esterne e correre con la mente più libera” racconta Vincenzo Nibali, chiamando indirettamente in causa il ruolo fondamentale giocato dalla mente nella gestione della prestazione.

Le aspettative, le pressioni esterne, la paura di deludere, il desiderio di essere all’altezza, la responsabilità che l’atleta si sente addosso pesano sulla mente e ostacolano la piena espressione delle proprie potenzialità. Le pressioni frenano l’intuito, annullano il divertimento e aumentano la percezione di fatica.

Se atleti già affermati hanno imparato con il tempo (e con il supporto di professionisti mental trainer e psicologi) a gestire queste pressioni e liberare la mente, sono soprattutto i giovani atleti a fare ancora molta fatica nell’affrontare a “mente leggera” lo start di partenza.

Gli stessi atleti già affermati, come lo è stato per Vincenzo Nibali, possono attraversare nel corso della carriera agonistica dei momenti in cui prevale la sfiducia prende il sopravvento e la paura di vincere trova allora terreno fertile per manifestarsi.

 

MA COME SI MANIFESTA LA NIKEFOBIA?

La paura di Vincere “colpisce” quegli atleti che sanno di avere grandi potenzialità, tuttavia non credono fino in fondo di avere quelle abilità necessarie per poter conseguire risultati importanti.

A livello mentale questa convinzione porta i corridori ad “autosabotarsi” con le proprie mani attraverso comportamenti specifici: la mente va’ in tilt proprio quando la vittoria sembra ormai in pugno.

Sotto alla PAURA DI VINCERE si nasconde la convinzione dell’atleta che la vittoria richieda delle abilità e capacità altre, diverse , maggiori che l’atleta in questione ritiene di non possedere.

Poco conta quanto talentuoso sia l’atleta, ciò che conta è la PERCEZIONE che l’atleta ha costruito nel tempo circa le proprie possibilità di vincere la gara della vita.

 

Per questo, in vista di obiettivi importanti, non basta allenarsi e raggiungere lo stato di forma ottimale, anche l’atteggiamento mentale orientato alla vittoria dev’essere portato all’altezza dell’obiettivo.

GRANDI OBIETTIVI richiedono GRANDE FORZA E CONVINZIONE MENTALE.

Sul mio sito www.claudiamaffi.it puoi trovare altre informazioni sulla mia attività e se sei interessato a saperne di più sul mental training puoi contattarmi all’indirizzo mail info@claudiamaffi.it

 

a cura di Claudia Maffi Dott.ssa Claudia Maffi (psicologa dello sport e mental trainer) – Copyright © INBICI MAGAZINE

 

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