La concentrazione mentale può essere il preludio alla prestazione perfetta. Proprio come ci insegna il campione italiano di Mtb Juri Ragnoli
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Juri Ragnoli, il campione italiano di mtb Marathon, il mese scorso sul suo blog ha illustrato i motivi per i quali preferisce allenarsi “in solitaria” piuttosto che in compagnia.
Fra questi, il fatto che – quando è solo in allenamento sulla sua bicicletta – riesce più facilmente ad accedere ad uno stato che l’atleta dello Scott Racing team definisce “stato di trance”.
In psicologia dello sport si definisce “stato di trance” una condizione alterata di coscienza. Performance eccellenti sono state compiute da atleti e campioni dello sport che in gara sono riusciti a riprodurre uno stato di trance.
“Quando si è in trance – spiega Ragnoli sul suo blog – si verifica uno slittamento dell’attenzione dall’esterno verso il mondo interiore, dove assumono il predominio delle forme immaginative che producono particolari effetti sensoriali.
Può trattarsi di un’idea, un ricordo, un progetto (il sogno ad occhi aperti) e che oscura tutto il resto”.
La domanda è: perché mai un atleta, in questo caso il campione italiano di mtb Marathon, durante i suoi allenamenti ricerca volontariamente di entrare in uno stato di trance?
STATO DI TRANCE E BENEFICI PER L’ATLETA
Come spiega Juri Ragnoli sul suo blog, in condizione di trance l’attenzione della mente si rivolge all’interno; in questo stato l’atleta riesce quindi a chiudere fuori di sé tutti i pensieri distraenti per concentrare le sue energie solo sul proprio obiettivo.
Focalizzando tutte le proprie risorse attentive su una monoidea (scelta dall’atleta), uno dei principali effetti ottenibili è la capacità di tollerare meglio la fatica, più di quanto si riuscirebbe a fare in uno stato di coscienza normale.
Allenandosi ad entrare in uno stato di trance, l’atleta può riuscire ad accede a ciò che il famoso psicoterapeuta Giuseppe Vercelli definisce “extra power”, ovvero un potere extra, supplementare, che risiede nella mente di ogni persona.
“Fisiologicamente, lo stato di trance, è uno stato di coscienza amplificato” spiega lo psicoterapeuta Giuseppe Vercelli “Perché entrarci? Per lavorare sulle proprie parti migliori. O chiamarle a rapporto quando servono. Un atleta in stato di trance può amplificare qualsiasi cosa sappia fare bene”.
STATO DI TRANCE E RISORSE INTERIORI
L’atleta che entra in stato di trance può accedere alle proprie forze e risorse interiori, anche quelle di cui non è pienamente consapevole.
Quante volte l’insicurezza, i pensieri negativi, la sfiducia nelle tue capacità ti hanno impedito di esprimere appieno le tue effettive potenzialità? Quante volte finisci una gara e sei insoddisfatto perché dentro di te lo sai che avresti potuto dare di più?
In questi casi, spesso, ti rendi conto che c’è qualcosa che ti blocca. Ebbene nello stato di trance non esistono più blocchi! Esiste solo il tuo obiettivo e la chiave di accesso alle tue abilità interiori.
DALL’IPNOSI ALLO STATO DI TRANCE
Lo stato di trance può essere autoindotto (dall’atleta stesso) o indotto da un professionista esterno (psicologo dello sport) attraverso la pratica dell’ipnosi.
Diversi atleti, per imparare l’arte di accedere volontariamente ad uno stato di trance, inseriscono nella preparazione atletica delle sedute mirate di ipnosi, allo scopo di allenarsi ed imparare a raggiungere anche in gara un auspicabile stato di trance.
Gli psicologi dello sport, infatti, attraverso suggestioni ipnotiche e visualizzazioni mentali ad hoc accompagnano l’atleta nello sperimentare questa particolare condizione.
Durante le sedute di ipnosi, l’atleta riesce a:
– modificare i suoi parametri fisiologici;
– direzionare i suoi pensieri e quelle emozioni che influenzano la prestazione.
Ricavandone enorme beneficio nell’espressione di sé all’interno della performance.25
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a cura di Claudia Maffi Dott.ssa Claudia Maffi (psicologa dello sport) – Copyright © INBICI MAGAZINE