FORLI’ – Con la scopa in mano un’ora prima degli allenamenti, per spazzare via i cocci dall’asfalto.
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Perché non sia mai che cadendo qualcuno si faccia male sul serio. Si è abituato a farlo a ogni allenamento il direttore sportivo della ‘Pantani Corse’, prima dell’arrivo dei piccoli atleti. Una routine che si ripete dalla fondazione, 10 anni fa. Da tanto gli allenatori della scuola di ciclismo voluta dal Pirata e sempre sostenuta dalla famiglia del corridore, chiedono uno spazio sostitutivo all’ex parcheggio Bartoletti. L’area – a pochi passi dall’attuale sede della Fiorini Industries – accoglie due volte a settimana i 25 iscritti alla società sportiva, tutti bambini tra i 6 e i 12 anni, ma non è idonea per chi deve muovere i primi passi verso questo sport. Nonostante sia proibito parcheggiare, capita spesso di trovare mezzi pesanti in sosta o in transito verso l’area commerciale ‘Il Gigante’, che costringono a sospendere ogni volta gli allenamenti. A poco contano i cartelli affissi nella zona per indicare le giornate durante le quali in quello spazio si dovrebbe solo pedalare. E le roulotte degli zingari – che periodicamente si ripresentano – non mostrano maggiore sensibilità.
Ai disagi finora superati con una buona dose di passione, si è aggiunta la beffa dell’anno scorso, quando il parcheggio è stato utilizzato per accumulare i bidoni della raccolta dei rifiuti a domicilio, facendo saltare per diverse settimane gli allenamenti. Non chiedono molto i responsabili della squadra. Non vogliono necessariamente piste al coperto o centri attrezzati. Luca Montaguti, direttore sportivo e fratello del ciclista professionista dell’Agr2 Matteo, è ben consapevole che i soldi scarseggiano. Ma è con caparbietà che mette in chiaro cosa basterebbe ai piccoli allievi: “Servirebbe uno spazio chiuso – spiega -, un tondo asfaltato, dove non possono entrare auto. Si può anche disegnare insieme: nell’ottica di fare le gare dei giovanissimi servirebbe un percorso di 800 metri, ma per venirci incontro ci accontentiamo anche di meno”. Non sarebbe l’unica squadra a beneficiarne: “La Società Ciclistica Forlivese si allena al ‘K2’, al pattinodromo coperto nel parco di via Ribolle – continua Montaguti -. Hanno avuto il permesso anni fa. Noi non lo abbiamo nemmeno chiesto perché è una pista piccola e non adatta a bambini e perché ci saremmo dovuti incastrare anche con i pattinatori”.
Da scartare anche il velodromo, troppo ripido all’altezza delle curve per i più piccoli iscritti. Nella vicina Cesena, poi, fa notare un altro paradosso: “C’è una parte di parcheggio in prossimità del lato ospiti dello stadio ‘Manuzzi’, già adattato per potere accogliere allenamenti di squadre ciclistiche, senza marciapiedi e con la traettoria di curva per le bici. Tutto ancora chiuso da un anno per alcuni cavilli burocratici”. Caso diverso in provincia di Ravenna, dove sia il comune bizantino che Cotignola e Faenza sono dotati di piste fruibili in tutta sicurezza. E dire che per Forlì, più di 10 anni fa, era il Pirata in persona a pensare in grande. Fu grazie alla famiglia, alla fondazione, e anche ai rapporti con il presidente dell’unione ciclistica Scat, Gino Garoia, e con Pino Roncucci, il primo allenatore del grande scalatore di Cesenatico, che il 10 settembre del 2004 inaugurò la scuola. Ora il team conta 25 allievi, alcuni dei quali arrivano fin dalla città leonardesca. Tuttavia oggi, secondo Montaguti, la Romagna non offre più le possibilità degli anni d’oro, quando un atleta veniva seguito fino ai 20 anni. Così, alcuni tra i giovani tirati su dalla ‘Pantani Corse’ come Matteo Maroncelli e Giacomo Bravi, per continuare la carriera sono dovuti andare fuori regione. Lui non demorde: “Noi portiamo avanti il desiderio di Marco – conclude Montaguti -, che voleva costruire questa squadra per tirare su al meglio i nuovi ciclisti”. Già, al meglio. Perché nel progetto del campione, è chiaro, lo slalom tra i tir non era affatto previsto.
Fonte www.romagnanoi.it
Federico Spadoni