UNA MARATONA TRA UMANITÀ, COMUNITÀ ED EMOZIONI DI INFINITA BELLEZZA

3 Luglio 2023 Senza categoria

Ispirata al tema Umanité, la 36ª edizione della Maratona dles Dolomites-Enel ha regalato spettacolo sui passi dolomitici, per un giorno chiusi al traffico. A primeggiare nel tracciato più lungo di 138 chilometri con oltre quattromila metri di dislivello sono stati Loïc Ruffaut e Samantha Arnaudo. Ma la corsa ha ribadito un aspetto che da sempre la caratterizza: è nella comunità che si può trovare una grande umanità, quella di cui tutto il mondo ha bisogno.

È l’alba di domenica 2 luglio e una comunità di 7918 ciclisti si stringe l’uno con l’altro sotto le vette dolomitiche apprestandosi a prendere il via. Nell’aria risuonano le parole di Michil Costa che ci ricorda di “essere umani tra gli umani, ridiventare umani. In questo mondo disumano, aprire gli occhi finalmente e staccarli dal display dello stordimento e pedalare insieme verso quel luogo dentro di noi fatto di bellissima umanità. Oggi, sempre”. Messaggio ricevuto. I ritmi dopo il via sono subito frenetici ma non manca il tempo e la possibilità di ammirare lo scenario che ci circonda: il sole che filtra tra le vette dolomitiche colorando le nuvole che le accarezzano. Un gruppo che trasuda umanità, in perfetta sintonia con il tema scelto per questa edizione.

Si fa comunque fatica e ognuno prende il suo passo mescolandosi nel gruppo che sale in serpentina sui tornanti del Passo Pordoi, traendone energie in un’ottica di mutua solidarietà. Mi affianca la campionessa di biathlon Lisa Vittozzi scortata dallo sciatore Mattia Casse, giunti qui come altri campioni dello sport a onorare questa manifestazione e a fare un loro proficuo allenamento. Ne traggo forza ulteriore per proseguire sul percorso lungo, mentre loro si fermano al SellaRonda.

Il secondo passaggio da Corvara e sul Passo Campolongo è un tripudio di folla e di pubblico festante. Ne approfitto per una sosta al volo con cambio borraccia assistito dalla nipote Giada e riparto con la fatica nelle gambe e la gioia nel cuore. Anche le feroci pendenze del Passo Giau non scalfiscono la nostra voglia di pedalare compatti verso l’obiettivo finale. Vengo raggiunto e superato dall’amico Alessandro che sale in agilità: lo incito con un grido prima di vederlo sparire alla curva successiva. Le forze scarseggiano e mi prendo tempo per onorare il ristoro in vetta, coccolato da alcuni dei tanti volontari che rendono speciale questo evento.

I crampi sono in agguata durante la scalata verso il Passo Valparola, rendendola ancora più difficile. Condivido l’esperienza con il milanese Fabio, conosciuto alla vigilia, e ritrovato qui a incitarci l’uno con l’altro nonostante la comune difficoltà. Resta solo il Mur del Giat, breve ma con pendenze micidiali, ma qui a tirarti su è la comunità dei tifosi che ogni anno si ritrovano qui con il loro rumoroso folklore. È davvero l’ultima difficoltà, poi resta solo il tripudio del rettilineo d’arrivo, agghindato a festa. E a festeggiare sono proprio tutti, non solo i meritevoli vincitori Loïc Ruffaut e Samantha Arnaudo. Festeggia Luigi Letteriello che, dopo aver sconfitto la leucemia e alla prima esperienza qui, taglia il traguardo con le braccia al cielo assieme ai suoi compagni di pedalate. Festeggia mio fratello Marco che a distanza di undici anni dall’operazione al cuore, conclude il suo terzo lungo accolto dal sorriso di moglie e figlia.

E dopo questa meravigliosa giornata trascorsa in piena umana condivisione, il pensiero vola all’edizione del prossimo anno che sarà dedicata alla Mutatio, Metamorfosi: “se non c’è uno stato perenne di metamorfosi faremo una brutta fine, quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla” dice Michil Costa, citando Lao Tse, dandoci appuntamento alla 37° edizione della Maratona dles Dolomites.