Dagli obiettivi al focusing, ecco i cinque pilastri del mental-training
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Il mental training (allenamento mentale) consiste in un insieme di tecniche e strategie di gestione mentale che, se correttamente utilizzate dall’atleta, ne ottimizzano l’espressione all’interno della performance.
Il mental training è una tecnica adatta a tutti, dai professionisti agli amatori, perché non è necessario partecipare a gare e competizioni per trarre beneficio dall’allenamento mentale. Possono cambiare gli obiettivi, ma l’approdo è lo stesso: imparare a gestire il proprio sistema nervoso, soprattutto nei momenti di maggior stress amplificato dai ritmi della vita quotidiana ai quali talvolta si aggiungono le tensioni pre-gara.
I benefici ricavati dal mental training non si limitano al solo ambito sportivo. Una volta apprese le tecniche di gestione mentale l’atleta sarà in grado di applicarle ad ogni ambito della vita: sul lavoro, nello studio e nella gestione delle relazioni sociali.
I cinque pilastri del Mental Training
Gli atleti che si rivolgono a me chiedendo una consulenza incentrata sul mental training lo fanno con le motivazioni più variegate: imparare a gestire l’ansia pre-gara, migliorare la qualità del sonno, acquisire delle tecniche per mantenersi concentrato e scacciare i pensieri negativi, ottimizzare il recupero psico-fisico. Altre volte è la pura curiosità che spinge a voler integrare alla preparazione fisica un training anche di natura mentale.
Qualunque sia la richiesta avanzata dall’atleta, l’allenamento mentale lavora per ottimizzare 5 aspetti fondamentali ed imprescindibili per l’influenza che esercitano quotidianamente sulla performance (sportiva, ma anche lavorativa e relazionale):
1) La definizione degli obiettivi
“Fissare obiettivi è il primo passo per trasformare l’invisibile in visibile”, diceva Anthony Robbins ed un efficace programma di Mental Training parte sempre dalla verifica degli obiettivi che l’atleta si prefigge. A tal proposito ogni obiettivo espresso dovrà essere Specifico, Misurabile, Accessibile, Realistico e Temporalmente definito (caratteristiche riassumibili nell’acronimo S.M.A.R.T)
Accanto agli obiettivi di risultato è fondamentale porsi anche obiettivi relativi alla prestazione che, a differenza dei primi, spostano la mente dall’ansia del risultato all’impegno necessario nella performance.
2) Gestione del dialogo interno
Hai mai fatto caso al tuo “dialogo interno”? Cosa ti dici in gara e in allenamento? Le parole hanno il “potere” di alleviare la fatica ed incitarti, ma possono anche azzerare la motivazione, innalzare il livello d’ansia e appesantire la fatica. La realtà è questa: ciò che ti dici diventa ciò che fai! Le parole generano emozioni che producono effetti reali sul corpo e, dunque, sull’azione. Attraverso il Mental Training l’atleta prende consapevolezza del suo dialogo interno ed impara a modificare le abitudini disfunzionali prediligendo un linguaggio sempre positivo.
3) Rilassamento muscolare, Training autogeno e gestione dello stress
Troppo spesso gli atleti sottovalutano l’importanza del recupero e, se alcuni corridori utilizzano abitualmente esercizi di stretching per distendere il corpo, nulla si fa invece per distendere anche la mente. In questo contesto si può inserire il Training autogeno, una sorta di “stretching mentale” generato da una sequenza di esercizi di auto-distensione psicologica che contribuiscono ad accelerare il recupero psico-fisico dell’atleta.
L’atleta sdraiato sul divano pensa di essere completamente rilassato mentre, talvolta, tante micro tensioni fisiche accumulate nell’arco delle giornate si annidano e persistono silenziosamente nel corpo. Con il rilassamento muscolare, attraverso esercizi di contrazione e distensione di ogni distretto corporeo, l’atleta impara a riconoscere e allentare anche queste piccole tensioni raggiungendo nello stesso tempo una distensione anche mentale.
4) La tecnica dell’imagery. Il potere delle visualizzazioni mentali
La ricerca in psicologia dello sport evidenzia come il solo immaginarsi nell’atto di eseguire un’azione crea dei micro-movimenti nei muscoli realmente coinvolti nell’azione immaginata (effetto Carpenter). A partire da questo principio, la tecnica dell’imagery consiste nell’allenare l’atleta a visualizzarsi nella propria mente nell’atto di compiere gesti tecnici, anticipare azioni di gioco o strategie di corsa e reazioni ai possibili imprevisti. Perfezionando l’immagine l’atleta contribuisce così a perfezionare le sue azioni.
5) Tecniche di Focusing
“Concentrarsi significa respirare e fissare un obiettivo con l’occhio della mente” (Confucio). La combinazione di dialogo interno e formulazione di immagini mentali dà origine a tecniche che supportano l’atleta nel dirigere il focus attentivo e mantenersi concentrato sull’azione. Un atleta concentrato saprà reagire prontamente di fronte ad ogni imprevisto ed errore mantenendo altresì più alto il livello di motivazione.
Se vuoi avere maggiori informazioni sui miei programmi individuali di Mental training o per chiedere una consulenza scrivimi una mail ad info@claudiamaffi.it o consulta il mio sito www.claudiamaffi.it.
a cura della dottoressa Claudia Maffi Copyright © INBICI MAGAZINE
CHI E’ Claudia Maffi
Laureata in Psicologia all’università Cattolica, specializzata in psicologia dello sport presso Psicosport di Milano.
Conosciuta nel mondo sportivo come Psicologa dello sport e Mental Training per atleti.