Abbiamo raggiunto telefonicamente Simone Petilli, 28enne di Bellano, che alle Strade Bianche è stato il miglior italiano chiudendo in nona posizione. Petilli è uno scalatore che di gavetta ne ha fatta: da juniores correva per la C.C Canturino 1902, poi tra gli Under23 ha difeso i colori della Delio Gallina, per poi passare alla Area Zero e alla Unieuro – Wilier – Trevigiani.
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Poi il salto del World Tour alla Lampre-Merida nel 2016, poi diventata UAE Team Emirates dove ha corso fino al 2019. Da tre anni invece corre per la belga Intermarchè – Wanty – Gobert Matèriaux con cui sta ottenendo delle belle soddisfazioni.
Simone, come stai?
“Bene grazie, sono a casa mia a Colico per ricaricare un po’ le batterie”.
Inizialmente alle Strade Bianche sei partito con il compito di supportare il tuo capitano Lorenzo Rota, rimasto poi attardato della caduta causata dal vento a 100 chilometri dalla conclusione…
“Sapevamo che Rota stava davvero bene e andava forte e sino alla caduta stava cercando di correre nel migliore dei modi. Quando poi una trentina di corridori sono finiti a terra a causa del vento, io non sono rimasto coinvolto perché poco prima avevo rotto la ruota anteriore e quindi sono rimasto leggermente indietro”.
Come squadra siete stati protagonisti grazie anche alla fuga di Taco Van der Hoorn…
“Quest’anno per il momento sta girando tutto bene per la squadra, c’è una bella atmosfera e quando ci prefiggiamo un obiettivo riusciamo a raggiungerlo quasi sempre. Sapevamo che sarebbe stato molto importante entrare nella fuga di giornata alla Strade Bianche. Abbiamo fatto una bella corsa e sono soddisfatto”.
Quali sensazioni hai avuto in corsa?
“Sapevo di avere delle buone gambe perché a parte un piccolo intoppo a inizio stagione (un’influenza, ndr) è andato tutto bene. Al Laigueglia abbiamo corso bene, così come alle Strade Bianche che per me è una delle corse più toste del calendario. La gestione di questa corsa non è semplice, bisogna partire forte sin dai primi chilometri”.
Stai acquisendo sempre più sicurezza. Dopo un’ottima carriera da dilettante hai fatto fatica nel passaggio tra i professionisti. Cosa non ha funzionato?
“La caduta al Giro di Lombardia e poi il passaggio da Lampre a UAE per me non è stato semplicissimo, non riuscendo quindi a dimostrare il mio valore. Ho quindi pensato di cambiare squadra per trovare un po’ di spazio personale. La UAE Team Emirates voleva diventare una delle squadre più forti al mondo, come sta dimostrando, ed io ero ancora troppo giovane per capire bene quale potesse essere il mio ruolo. Alla Intermarchè – Wanty – Gobert Matèriaux mi trovo bene e c’è davvero un bel gruppo, soprattutto da quando è arrivato Valerio Piva”,
Se potessi tornare indietro, c’è un errore che eviteresti?
“Di errori ne ho fatti parecchi e probabilmente sarei dovuto essere più realista qualche anno fa e quindi mettermi subito a disposizione dei compagni. Dagli errori però si impara sempre e quindi non tornerei indietro”.
Che cosa è scattato con la Intermarchè – Wanty – Gobert Matèriaux?
“Ad essere sincero il risultato di sabato ha stupido anche me. Arrivare nella top-ten alla Strade Bianche è stata una sorpresa, se me lo avessero detto prima ci avrei messo la firma. Penso che non sia stata fortuna e quindi ho acquisito una maggior consapevolezza dei miei mezzi e quindi spero di poter fare una buona stagione. Tante volte nel ciclismo c’è troppa fretta e se non fai risultati subito vieni scartato, ma con il tempo a volte le cose arrivano”.
Come proseguirà il tuo calendario?
“Correrò la Volta a Catalunya, poi dovrei essere al via del Giro di Sicilia e poi preparerò al Giro d’Italia che sarà il grande obiettivo di questa stagione. Cercheremo di presentarci al via nel migliore dei modi”.
Quali saranno i tuoi obiettivi per questo 2022?
“In questi anni mi sono sempre posto obiettivi ad inizio stagione, quest’anno invece ho cambiato mentalità. Voglio avere solo più consapevolezza dei miei mezzi, la testa poi fa la differenza e quindi crederci un po’ di più”.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Vincere una tappa in un Grande Giro, magari alla Corsa Rosa”.
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