Il ciclista Riccardo Riccò, già squalificato per doping fino al 2024, è stato denunciato, insieme a Matteo Cappè, 37 anni, (professionista nel 2003 e nel 2004 che poi si è dedicato alle Granfondo) in un’indagine dei carabinieri del Nas di Livorno sui farmaci ad azione dopante.
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In un blitz, i militari hanno arrestato in flagranza un operatore sanitario e un commerciante sorpresi mentre cedevano confezioni di epoetina alfa e testosterone ai 2 ciclisti. L’operatore sanitario della Asl 6 di Livorno, e il commerciante, entrambi livornesi, sono ai domiciliari. Sul posto sono state sequestrate una trentina di confezioni di medicinale. Nelle successive perquisizioni nelle case dei due arrestati sono spuntante altre confezioni per un valore di 15mila euro. Particolare rilevante, spiegano i militari, è il fatto che molte fustelle di medicinali riportavano la scritta “per uso esclusivo ospedaliero” ed è quindi facile ipotizzare la loro provenienza illecita. Per i due arrestati le accuse sono ricettazione, che prevede una pena tra i 2 e gli 8 anni, e commercio di farmaci ad azione dopante. Stessi reati sono ipotizzati, in concorso, per i due ciclisti che allo stato attuale delle indagini figurano solo come acquirenti. L’indagine nasce dalla collaborazione tra le procure di Lucca e Livorno.
Gli arresti sono scattati nella serata di martedì, nel Livornese, durante uno scambio di circa 30 confezioni di medicinali che stava avvenendo in località Stagno al confine tra il territorio di Livorno e Collesalvetti. I farmaci, che vanno conservati al freddo, durante lo scambio erano in un sacca di tela e in una scatola di scarpe. I carabinieri hanno anche sequestrato 1.170 euro che sarebbero serviti al pagamento delle confezioni e che spuntavano da una felpa che era appoggiata all’interno della macchina occupata da Riccò e Cappè.
A riportare lo stato d’animo di Riccò è il suo avvocato, Fiorenzo Alessi: “Lui è consapevole del fatto che gli è capitato. Ed è altrettanto consapevole che non c’entra nulla. I soldi non erano nella sua disponibilità. C’è quindi il collegamento tra questa circostanza – aggiunge il legale – e il fatto che lui fosse presente”. Secondo questa ricostruzione quindi l’acquirente sarebbe Cappè. Alessi poi ricorda anche la legge 376/2000 antidoping che sanziona chi altera prestazioni agonistiche. Pratica impossibile per il suo assistito, appunto squalificato fino al 2024 per l’autotrasfusione sbagliata del 2011.