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DIETRO LA PROSSIMA CURVA, I RETROSCENA SUL 2019 DELLA MOVISTAR


Qualche giorno fa su Netflix è uscita la docuserie Dietro la prossima Curva. Sei puntate da circa mezz’ora l’una che raccontano il 2019 della Movistar visto dall’interno della squadra.

Una serie che attira l’attenzione dell’appassionato di ciclismo e non solo soprattutto perché non vengono mostrati solo i momenti positivi della formazione spagnolo, ma al contrario sono in particolar modo i problemi e gli errori della squadra ad emergere. Basta pensare al Campione del Mondo Alejandro Valverde che svela di esser caduto a pochi giorni dalla Liegi – Bastogne – Liegi perché in allenamento voleva imitare Van der Poel impennando, oppure il general manager della squadra Eusebio Unzué che subito dopo la cronosquadre inaugurale del Tour fa il suo mea culpa spiegando di non aver preparato in maniera adeguata la squadra per quel tipo di prova. Aspetti che volendo la Movistar poteva omettere, ma che sottolineano come l’idea sia quello di raccontare tutta la verità su quella che è stata una stagione molto difficile.

L’attenzione comunque è rivolta soprattutto ai tre Grandi Giri a partire in ordine cronologico dal Giro d’Italia con le figure di Mikel Landa e Richard Carapaz come protagoniste. Il primo era il capitano designato, ma già dalla cronometro inaugurale la squadra capisce che la condizione del basco non è quella ideale e si contrappone ad un Carapaz che con la sua grinta e la sua forza di volontà sorprende ogni giorno di più tanto da diventare poi lui il leader della Movistar. Una contrapposizione fra i due che poteva dar il via ad una rivalità all’interno della squadra che però non si è concretizzata con Landa che con grande rammarico alla fine decide di sacrificare le proprie ambizioni per il compagno di squadra. Molto bello a riguardo l’incitamento che lo stesso spagnolo lancia in favore del compagno di squadra quando gli dice di spingere spiegando che Nibali e Roglic, i rivali di Carapaz per la generale, dietro non stanno reagendo. Una rivalità sana che si contrappone a quella del Tour de France fra Landa e Nairo Quintana o più in generale fra Quintana ed il resto della squadra. In quel caso il rapporto deteriorato fra i due capitani ed il loro ego, complice una gestione in alcuni casi non ottimale da parte di Unzue e dello staff, porta spesso e volentieri a scelte disfunzionali che fanno alla fine solo male alla squadra. La scena clou per sottolineare la situazione che c’era dentro la squadra è quella della cena la sera dopo che Quintana quel giorno aveva vinto la tappa. La freddezza nell’accoglienza con cui viene accolto il colombiano al suo arrivo all’albergo e nel momento del brindisi sono veramente terribili e provocano un po’ di tristezza anche in coloro che non tifano Quintana.

Tanti problemi in squadra infine anche nella Vuelta a España, complice alcuni problemi nei primi giorni di corsa. Il forfait di Carapaz, con Unzué che parlando a riguardo di toglie dei sassolini sul suo addio, e l’avvio no di Soler costringono la squadra a rivedere i suoi piani puntano come leader alla fine su Valverde e Quintana. Alla fine lo spagnolo chiuderà al secondo posto in classifica la corsa, ma non mancheranno comunque gli aspetti controversi legati alla squadra come le polemiche per la decisione di tirare a blocco dopo la caduta del rivale e leader della generale Roglic o l’ormai famosa reazione di Marc Soler quando si lamenta per la decisione della squadra di fermarlo quando era solo al comando per aiutare i compagni dietro. Entrambi i gesti vengono spiegati svelando importanti retroscena, ma colpiscono moltissimo le parole durissime usate dal ds Pablo Lastras nei confronti di Soler in ben due occasioni.

La reazione di Soler quando viene costretto a fermarsi per aiutare i compagni

Proprio i direttori sportivi sono le figure che escono meglio dal documentario a partire dall’intelligenza dello stesso Lastras, passando per le competenze di Jose Luis Arrieta senza dimenticare il ruolo fondamentale di Maximilian Sciandri con Carapaz al Giro, nonostante il rapporto nasca quasi casualmente visto la vicinanza dei due in pullman, e la capacità di relazionarsi con i corridori di Chente Garcia Acosta.

In conclusione proprio per via di questa volontà di raccontare tutto quello che è successo consiglio vivamente la visione di questa serie tv soprattutto in questo periodo in cui siamo costretti a rimanere a casa ed evitare di uscire se non per motivi veramente necessari.

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