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Danilo Di Luca è in bicicletta quando lo contattiamo telefonicamente, ma approfitta di questa nostra chiacchierata per fare una pausa. “Sono sempre molto impegnato con la Di Luca Bike, ma appena ho la possibilità ne approfitto per andare in bici per fare un allenamento”.
Il Killer di Spoltore attende, come tutti gli abruzzesi, la grande festa che si terrà sulle strade di Pescara il 22 settembre, quando si terrà il Trofeo Matteotti, a sette giorni di distanza dalla prova in linea dei mondiali di Yorkshire: “Sono molto felice per la nuova collocazione in calendario di questa corsa. Dallo scorso anno il Matteotti è diventato una premondiale, quest’anno è posizionato a sette giorni precisi di distanza dalla prova iridata maschile. Penso che questo possa dare nuova linfa alla corsa, che nel corso degli anni precedenti era in declino. Già quando vinsi io la corsa, nel 2004, non era più il Matteotti di una volta”.
In vista del mondiale, Di Luca non ha dubbi: “Il favorito numero uno per il successo finale è Mathieu Van der Poel. Sta dimostrando di essere il più forte, ma non sottovaluterei Sagan, anzi. Nel 2015, quando Peter vinse il suo primo titolo iridato, fece una stagione leggermente sottotono rispetto ai suoi standard: come in questa stagione, lui nel 2015 vinse la maglia verde al Tour de France, poi non ricordo altri grandi exploit da parte sua. Eppure, a Richmond, è riuscito a vincere il suo primo mondiale. Quindi io dico che non c’è da sottovalutarlo”.
Riguardo gli azzurri, Di Luca afferma che “Nibali ha fatto bene a non prendere parte alla spedizione per lo Yorkshire, se non stai bene è inutile sottrarre un posto a un compagno che sta bene. Vedo molto bene Matteo Trentin, è uno degli azzurri che può sempre fare la differenza, proprio come Viviani: è una nazionale che può fare bene com questi corridori, anche perché il percorso si addice molto alle caratteristiche di Matteo”.
