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Il trasferimento di Fabio Jakobsen da Soudal – Quick-Step a Team dsm-firmenich PostNL è stato indubbiamente uno dei movimenti più rilevanti dello scorso inverno. Entrambe le parti si aspettavano molto da questo accordo; Jakobsen cercava una leadership indiscussa e pieno supporto per le volate, mentre il team sperava in un corridore capace di ottenere vittorie importanti nelle volate. In questo senso, si può dire che ci sia ancora molto da lavorare. Dopo tutto, il ventisettenne ha ottenuto solo una vittoria in 39 giorni di gara in questa stagione.
Comprensibilmente, Jakobsen si sente responsabile del successo del progetto di Iwan Spekenbrink. “Certamente! In definitiva, è anche il motivo per cui mi sono unito a questo team. Trovo qui le mie ambizioni sportive. So anche che c’è una sorta di lente d’ingrandimento dal mondo esterno. La preseason è andata abbastanza bene, ma non abbastanza bene,” racconta in un’anteprima della sua intervista alla rivista RIDE.
“Un buon piano è stato fatto, ma tutti hanno dovuto abituarsi l’uno all’altro. E anche io ho dovuto adattarmi. Rispetto agli ultimi sei anni, solo le piastre Shimano sotto le mie scarpe sono le stesse. Già in inverno avevamo detto che saremmo stati pronti per il Giro d’Italia al più presto.”
Il team non è stato in grado di dimostrarlo lì. A causa di una dura caduta nell’undicesima tappa, Jakobsen si è ritirato presto senza un singolo risultato di cui vantarsi. Ora si sta concentrando sul Tour de France. “Voglio semplicemente vincere volate nei prossimi anni. E preferibilmente il più possibile. Spero di ottenere i migliori risultati possibili qui come velocista. E questi sono ovviamente le tappe nei grandi giri e le corse di un giorno che spesso finiscono in volata.”
A cura della redazione di Inbici News24
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