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TORNA A PARLARE EUFEMIANO FUENTES, TREMA LO SPORT SPAGNOLO


In un’intervista con Jordi Évole per La Sexta è tornato a parlare Eufemiano Fuentes, il controverso medico dell’Operazione Puerto più volte indagato per aver somministrato sostanze dopanti a diversi atleti spagnoli e considerato, per tanti anni, il vero artefice dell’exploit dello sport iberico che, prima di lui, in molte discipline non aveva mai vinto.

E infatti, ieri sera, lo sport spagnolo è tornato a tremare. Tra tanti “non ricordo” ed omissioni, Fuentes ha gettato ombre in particolare su Fermín Cacho, il campione olimpico dei 1500 metri a Barcellona ’92, “trattato” secondo Fuentes con espansori del plasma, riduttori di acido lattico, stimolatori della produzione di testosterone ed amminoacidi.

“Indipendentemente dal fatto che fossi il suo medico – ha poi chiarito – Fermín Cacho è un corridore e atleta eccezionale, il meglio che la Spagna ha avuto. Un asino non diventa un cavallo da corsa. Fermín Cacho non era un asino. Il fatto che, ad un certo punto, lo abbia guidato, aiutato, prescritto o indicato qualsiasi trattamento per recuperare prima o migliorare le sue prestazioni non significa che abbia guadagnato ciò che ha guadagnato per quello”. Ma Fermín Cacho non è stato l’unico atleta seguito da Fuentes alle Olimpiadi di Barcellona (“ne avevo una quindicina…”, ha precisato). Nell’ampia intervista, Eufemiano Fuentes afferma di aver lavorato con “atleti, ciclisti, calciatori, pugili”. Sostiene di aver consigliato i medici della Real Sociedad nel 2002 e, dopo il controinterrogatorio di Jordi Évole, sottolinea anche di aver avuto una relazione con Real Madrid e Barcellona (la testata “Sport”, vicinissima al Barcellona Calcio, non ha pubblicato neppure una riga dell’intervista-evento…).

Eufemiano riconosce che se raccontasse tutto quello che sa, alcune medaglie dei Giochi di Barcellona ’92 “cadrebbero”. “Sì, cadrebbero, ecco perché non voglio dirlo. Alcuni dei medagliati hanno fatto ricorso a sostanze dopanti”.

“Sono stato spesso associato al doping ma non ho mai commesso quel crimine”, dice Eufemiano, che dà la sua spiegazione. “Semplicemente ho usato prodotti dopanti prima che venissero inseriti negli elenchi delle sostanze proibite”, dice Eufemiano, che si è appena ritirato a 66 anni.

“Ero in anticipo sui tempi”, ha aggiunto il medico riconoscendo che ha continuato a usare le trasfusioni di sangue nonostante il loro divieto da parte di World Anti-Doping Agency (WADA).

E alla domanda stavi barando? Fuentes non si nasconde: “Sì, e non conosco nessuno che non l’abbia fatto. Nello sport, se vuoi migliorare, devi giocare con un vantaggio o cercare vantaggi che all’inizio potrebbero non essere conosciuti e non possono essere proibiti e poi accettati perché ampiamente utilizzati”, sottolinea Fuentes.

Hai fatto trasfusioni di sangue sapendo che erano proibite dall’Agenzia mondiale antidoping? “Sì, con criteri medici e quando necessario, non indiscriminatamente”, risponde Eufemiano.

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